Mentre da un lato (visto il periodo di copertura vaccinale calcolato intorno ai 9 mesi), si annuncia la somministrazione della terza dose anche per il personale sanitario, oggi intervenendo su La7, il sottosegretario alla Salute ha in parte ‘sparigliato le carte’, affermando che molto probabilmente sia l ‘obbligo del vaccino, che il conseguente e green, sono frutto di una ‘norma pro tempore’, in quanto non è possibile obbligare i sanitari ad una continua vaccinazione.
In realtà, a dispetto di quanto affermato da Sileri, proprio perché fino al 31 dicembre è stato rinnovato lo stato di emergenza, aldilà dell’andamento della curva epidemiologica, ‘almeno fino alla fine dell’anno’, sicuramente il governo prorogherà questa norma.
Poi, come riportato anche dall’agenzia di stampa Ansa, Sileri ha spiegato che il certificato verde “è obbligatorio per i sanitari perché non si possono mettere a rischio coloro che entrano in ospedale e hanno una malattia”. D’atro canto, ha riconosciuto il sottosegretario, “L’ospedale è un luogo di fragilità, dove tutti i pazienti vanno protetti”. Tra l’atro, ricorda inoltre che, non bastano le mascherine per proteggersi e francamente già ci vorrebbero le Ffp2 e non le chirurgiche”. Un ragionamento ineccepibile che però ‘cozza’ con quanto invece affermato prima: se il virus continua a circolare è ovvio che i sanitari ‘debbono vaccinarsi’ ugualmente! Ed infatti, a ragione, Sileri poi osserva che “il personale sanitario non vaccinato è meno del 2%, ossia 35 mila persone, numero che spero si riduca ulteriormente”.
Riguardo invece all’obbligatorietà del green pass per poter lavorare, il sottosegretario alla Salute replica che questo ovviamente – ”Dipenderà dalla circolazione del virus e dalle eventuali altre varianti”. Come però già spiegato, virus o meno, almeno fino al 31 dicembre questa la realtà. Poi si vedrà.
Max