Sul vaccino anti Covid, “stiamo osservando sul campo un graduale ma tangibile esaurimento delle protezioni evocate dalla doppia somministrazione induttiva effettuata entro lo scorso mese di giugno indipendentemente dal tipo di vaccino ricevuto, che ci esortano a spingere verso una nuova campagna vaccinale di massa, che ci invitano credibilmente ad escludere le numerazioni in progress che daremo alle eventuali dosi di richiamo delle quali non possiamo fornire oggi proiezioni numeriche attendibili, e che ci obbligano a non abbassare la guardia rispetto alle più elementari e semplici di regole di protezioni individuale, prima fra tutte l’uso consapevole di una mascherina in ambienti socialmente condivisi”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata, commentando i dati dell’Iss sulla riduzione dell’efficacia del vaccino anti-Covid dopo 6 mesi.
“Il quadro disegnato dall’Iss risulta del tutto rispondente alla realtà dei fatti rilevati sul campo, laddove il campo non sono tanto gli ospedali e i reparti, quanto prevalentemente il territorio dove è possibile registrare l’andamento clinico delle infezioni verificatesi anche tra soggetti già in precedenza sottoposti alle due dosi di induzione vaccinale e che, nella stragrandissima maggioranza dei casi, risolvono in pochi giorni presso il proprio domicilio gli esiti di un accidentale contatto con il Sars Cov-2 – rimarca l’immunologo – Febbre anche alta in prima giornata, tosse stizzosa e mal di testa, destinati con una buona terapia antinfiammatoria a risolversi in poche ore, molto diversamente da chi invece, non avendo appigli immunologici indotti da un precedente vaccino, precipita drammaticamente in un quadro clinico severo dopo aver contratto l’infezione”.