“Non ho mai fatto previsioni, ma da immunologo azzardo l’unica, che spero di non sbagliare: secondo me” l’immunità conferita dai vaccini anti-Covid “dura un paio d’anni. Ma sono l’unico a dirlo, quindi spero di non pentirmi”. Lo dichiara ad ‘Agorà’ su Rai3 Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema e docente di microbiologia all’università di Roma Tor Vergata.
“La differenza tra vaccini non è nota”, sottolinea comunque l’esperto, precisando che sulle stime relative alla durata dello ‘scudo vaccinale’ si prosegue di mese in mese: “Ad aprile dell’anno scorso abbiamo avuto i primi vaccinati” negli studi clinici, ricorda Rasi, e ora “siamo arrivati a un anno. Ogni mese ne aggiungiamo uno e speriamo di continuare così”.
“C’è un primo dato molto importante” sulla capacità dei vaccini anti-Covid di proteggere non solo dalla malattia, ma anche dal rischio di trasmettere l’infezione, riferisce poi Rasi. Arriva dal “primo studio fatto bene”, nel mondo “reale, dagli Stati Uniti sul personale sanitario. Sono buonissime notizie, perché nel 90% il vaccinato non infetta. E se infetta”, avendo una carica virale “molto molto bassa, dà un’infezione lieve e quasi sempre asintomatica”.
E sul tema degli operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi osserva: “A un sanitario che non vuole vaccinarsi direi che ha sbagliato mestiere, che non ha studiato, che non ha capito niente. Non è concepibile, non saprei come spiegarlo, non ho neanche parole”.
“Le spiegazioni razionali, la scienza che uno dovrebbe avere abbracciato per fare quel lavoro, dovrebbero essere sufficienti. Ma siccome non lo sono, non ho spiegazioni”, afferma. Resta “l’obbligo”. aggiunge. Perché “quando uno non capisce e fa un danno – dice Rasi – purtroppo bisogna isolarlo” per impedire di “continuare a fare danni”.