(Adnkronos) – E’ una ‘fake news’ l’informazione secondo cui, in base ai dati dell’Iss per alcune fasce di età, l’efficacia del vaccino è ‘negativa’ con un rischio maggiore di infezione per i vaccinati. Lo ribadisce l’Istituto superiore di sanità (Iss) nell’aggiornamento della sezione sul proprio sito dedicato alle ‘bufale’ sui vaccini anti-Covid.
L’analisi sull’efficacia dei vaccini per le fasce di età sopra gli 11 anni viene presentata settimanalmente dall’Iss nel suo report esteso, “ed evidenzia chiaramente un aumento dell’efficacia vaccinale dopo la somministrazione della dose booster, in tutte le fasce di età, sia nella prevenzione dell’infezione di Sars-CoV-2 che della malattia severa, rispetto alla vaccinazione completa con due dosi”. Il fatto che siano presenti alcuni dati “apparentemente incongruenti (ad esempio in qualche caso l’efficacia nei vaccinati con ciclo completo da 91 – 120 giorni risulta inferiore all’efficacia nei vaccinati con ciclo completo da oltre 120 giorni), è da attribuire ad alcuni limiti intrinseci dell’analisi – spiegano gli esperti dell’Iss – Il più importante è il fatto che a causa della diffusione della variante Omicron, altamente trasmissibile, c’è stato un forte aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione che però non è stata notificata”.
Nell’analisi queste persone risultano ‘non vaccinate’, ma in realtà hanno una protezione data dall’infezione pregressa, con una conseguente sottostima dell’efficacia calcolata. “Inoltre molte persone che avevano due dosi non hanno fatto la terza perché hanno contratto l’infezione, un altro fenomeno che può spiegare perché per alcune persone l’efficacia risulti maggiore per le persone immunizzate da più tempo. Alla luce di queste considerazioni e per ridurre le distorsioni dei risultati causate dalla sottonotifica delle infezioni meno gravi è in corso una revisione della modalità di analisi dei dati di efficacia”, avverte l’Iss.
Per quanto riguarda l’efficacia della vaccinazione nella fascia 5-11 anni si sottolinea che il dato “non è calcolato nel report esteso, ma data la peculiarità della popolazione è oggetto di uno studio specifico che verrà pubblicato appena disponibile – conclude l’Istituto – I valori di incidenza riportati nel documento sono da considerarsi indicativi perché non tengono conto di possibili fattori di confondimento che richiedono dei modelli più complessi”.