Matteo Salvini “non ci aveva capito nulla”. Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, ‘boccia’ il leader della Lega per le affermazioni relative alle varianti del coronavirus nate come ‘reazione al vaccino’. “Il vaccino non viene prima delle varianti. Vengono prima le varianti e poi tutto il resto”, dice Crisanti a L’aria che tira, la trasmissione di La7 a cui la scorsa settimana ha partecipato Salvini.
“Ogni volta che il virus si replica, il meccanismo di replicazione introduce degli errori. Quando copiamo un testo a mano, c’è la possibilità che venga commesso un errore. Accade lo stesso quando si replica un organismo, la probabilità dipende dai meccanismi di replicazione. I virus hanno meccanismi di replicazione che non sono molto precisi e introducono casualmente variazioni all’interno del codice genetico. La maggior parte delle mutazioni hanno provocano svantaggi” al virus, prosegue Crisanti.
“Alcune mutazioni, molto rare, danno un vantaggio. In particolare, parliamo di quelle che consentono al virus di diffondersi meglio. Si avvantaggia la variante che si adatta meglio all’ambiente: dall’inizio dell’epidemia si sono adattate meglio le varianti che hanno un indice di trasmissibilità più elevato”, afferma ancora.
Nella chiacchierata c’è spazio anche per un pizzico di politica. Crisanti, che ha partecipato a Padova alla festa di Articolo 1, è un uomo di sinistra? “Sono particolarmente attento a tematiche sociali. Non faccio fatica a dire che da giovane ho militato in gruppi extraparlamentari, poi si diventa più equilibrati”, dice, precisando che “quando parlo di sanità pubblica e di scienza, non dico cose collegate alle mie idee personali”.