(Adnkronos) – “Con il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale si conta di scorporare il calendario vaccinale dal piano vaccinale vero e proprio. Questo consentirebbe di aggiornare di anno in anno il calendario sulla base dell’introduzione di nuovi vaccini, disponibilità di tecnologie sempre più avanzate, vaccini più efficaci e più sicuri. Si conta anche di estendere l’offerta per determinati vaccini a fasce d’età che non erano coperte”. Così Giovanni Rezza, direttore generale di Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, in occasione del 55.esimo Congresso nazionale della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), in corso fino al primo ottobre al Padova Congress. Rezza sottolinea poi che “il Piano è in dirittura d’arrivo, andrà alla Conferenza Stato Regioni quanto prima e quindi sarà liquidato in tempi brevi”.
“La storia della vaccinazione dura da 250 anni circa, da quando Jenner ha sperimentato il primo vaccino antivaiolo”, racconta Paolo Castiglia, componente Board Vaccini Siti e professore di Igiene all’università di Sassari, aggiungendo: “Negli ultimi anni sono stati fatti progressi tali che consentono di ottenere vaccini in tempi rapidissimi, l’esperienza Covid lo evidenzia. Quindi, la sfida del futuro, con le nuove tecnologie che sono in grado di darci vaccini per tutte le malattie, sarà quella di riuscire a produrre una molteplicità di vaccini, che fino a qualche anno fa era solo inimmaginabile, e di distribuirli e farli accettare in tutto il mondo”, chiosa.
Esperti unanimi nell’evidenziare il ruolo chiave dei vaccini in tutte la fasce d’età, a partire dal quella pediatrica, per attuare una piena prevenzione sanitaria: “Le vaccinazioni sono tutte egualmente importanti – sottolinea Sandro Giuffrida, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Reggio Calabria – non c’è distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni raccomandate, sono tutte estremamente importanti perché permettono di prevenire malattie a volte estremamente gravi, come ad esempio le infezioni da meningococco B”.
Importante, però, è non abbassare mai la guardia, soprattutto per le vaccinazioni dei più piccoli: “In Italia si è avuta una diminuzione delle coperture vaccinali, soprattutto per la popolazione pediatrica – spiega Vincenzo Restivo, ricercatore in Igiene generale e applicata dell’università di Palermo – questo non garantisce più una riduzione della circolazione delle malattie dell’età pediatrica, soprattutto per le vaccinazioni non obbligatorie, che sono quelle fortemente raccomandate ma su cui i genitori hanno dei dubbi proprio per la denominazione attribuita loro. La distinzione giuridica è un discorso completamente diverso rispetto all’importanza e alla gravità delle patologie che si possono prevenire con queste vaccinazioni. Lo evidenziando alcuni studi: circa il 60% dei casi di meningite B, ad esempio, si potrebbe evitare se i genitori eseguissero tutte le vaccinazioni nelle tempistiche indicate dal calendario vaccinale”.