Complice l’avvento di continue varianti legate al Codiv-19 (anzi, si parla già del 21), sebbene negli ospedali sia tutto sommato abbastanza tranquilla, tuttavia – a ‘folate’ – i contagi tendono ad aumentare, pur non toccando al momento numeri inquietanti.
Nonostante ciò, nelle ultime settimane diversi virologi, ed esperti vari, hanno lanciato i loro ‘strali’ attraverso i media, rilanciando con forze la corsa al vaccino.
Una situazione che volente o meno, finisce per ripercuotersi in primis sul settore pubblico dove, visti i precedenti (in molti lo scorso anno ci hanno rimesso una montagna di soldi), l’eventualità di doversi sottoporre all’ennesimo richiamo è alta.
Così oggi nelle redazioni dei giornali è giunto un comunicato relativo al comparto della Difesa, per il quale il Sindacato Unico dei Militari, ha chiesto la condivisione di questa loro ‘lettera.denuncia’, che pubblichiamo integralmente.
“È arrivato il momento della verità – si legge nella nota – domani 29 novembre 2022, la Consulta dovrà esprimersi sulla legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale legata al primo ricorso nato con la collaborazione con altre sigle sindacali, ma realizzato grazie all’approfondimento tecnico normativo condotto a suo tempo da un dirigente dell’attuale S.U.M. e alla professionalità dell’avvocato Giulia Monte.
È chiaro che chi aspetta con ansia gli esiti di questo pronunciamento sono i nostri colleghi ricorrenti. Non vanno dimenticati, infatti, gli effetti sia economici che professionali che il provvedimento in essere ha determinato, in modo particolare per i coloro che, rivendicando alcuni diritti, sono stati colpiti dalle sanzioni di cui all’art 4 del Decreto Legge n.172 del 26 novembre 2021, successivamente convertito in legge”.
Dunque, prosegue il Sindacato Unico dei Militari, “Senza entrare nel merito del possibile pronunciamento della Suprema Corte, il S.U.M, ritiene opportuno evidenziare che la sospensione del diritto nello svolgere attività lavorativa legato al mancato obbligo vaccinale ha inevitabilmente creato una situazione non in sintonia con quanto stabilito nel Codice dell’Ordinamento Militare, creando di fatto “surrettiziamente” una nuova sanzione di stato fortemente penalizzante nei confronti dei colleghi e delle colleghe che non hanno assolto l’obbligo vaccinale.
Infatti quest’ultimi – precisa ancora la nota – sono stati privati del trattamento economico e del minimo sostentamento, garantito anche a chi viene sospeso a seguito di condanna per reati gravi.
Ricordiamo infatti che in questi casi, chi viene sospeso dall’impiego fruisce del 50% del trattamento economico.
Inoltre, le penalizzazioni comprendono anche la detrazione di anzianità di servizio, con fortissimi ritardi in sede di avanzamento e futuro trattamento economico di quiescenza. Infine, termina il comunicato stilato dal Sindacato Unico dei Militari, Ringraziamo ancora l’avvocato Giulia Monte che ha difeso i nostri iscritti in questa difficile e complessa battaglia di civiltà.
Rimaniamo quindi in attesa della sentenza dell’Alta Corte, sperando che un esito positivo della stessa possa riportare ai ricorrenti, il giusto riconoscimento del servizio prestato e i corrispondenti emolumenti economici”.
Max