“Molti dei sintomi lievi, come mal di testa, stanchezza, confusione, che sono stati associati alla vaccinazione” anti Covid, “sono in realtà frutto del condizionamento della nostra mente, perché si sono verificati anche in chi ha ricevuto soluzione fisiologica invece del vaccino”. Lo sottolinea Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, commentando una ricerca sul cosiddetto effetto nocebo, l”altra faccia’ dell’effetto placebo. E lanciando un monito: se alimentiamo la paura dei vaccini con notizie false, aumentiamo anche il numero di persone che riferiranno eventi avversi male dopo il vaccino.
“L’effetto placebo – ricorda l’esperta su Facebook – consiste nella capacità del nostro cervello di connettersi col resto del nostro corpo e di permetterci di rispondere positivamente ad una terapia anche quando questa non c’è o è inefficace. Naturalmente, questo grande potere della nostra mente non potrà permetterci di eliminare un tumore o di ripristinare un errore genetico, ma può fare la differenza nella percezione del dolore associato ad uno stato patologico. Negli studi sui farmaci, l’effetto placebo si riscontra nei soggetti che, invece di ricevere la medicina che dovrebbe combattere dolore, nausea o stanchezza, ricevono invece una pillola di zucchero o una iniezione di soluzione fisiologica e stanno comunque meglio di prima. L’idea di aver assunto un farmaco che funziona permette al nostro corpo di produrre neurotrasmettitori che ci fanno sentire bene. Cosa succede se invece io sto bene e mi aspetto che quella pillola o iniezione sia pericolosa? Esattamente il contrario dell’effetto placebo”, appunto “l’effetto nocebo. Questo si è ampiamente verificato durante la vaccinazione anti-Covid19.
Secondo lo “studio appena pubblicato – riassume Viola – sono ascrivibili all’effetto nocebo il 76% dei sintomi sistemici da prima dose e il 52% di quelli causati dalla seconda dose di vaccino. Questo significa – avverte l’immunologa – che se facciamo crescere la paura dei vaccini con notizie false, aumentiamo il numero di persone che staranno male dopo la vaccinazione. Un’altra prova, dunque, di quanto male possa farci la disinformazione in ambito biomedico. Un motivo in più per andare avanti a informare partendo da quel che ci dice la scienza”.