Vaccino covid a scuola? Meglio in studio dal pediatra. “Nessuna preclusione sulla vaccinazione anti-Covid ai bambini a scuola, quando arriveranno i vaccini per uso pediatrico. Ma per le famiglie sarebbe più facile farle dal proprio pediatra. Si pensi solo al fatto che i minori vanno vaccinati in presenza dei genitori, per l’anamnesi e il consenso informato, e questo è piuttosto complesso da gestire negli istituti scolastici. Fare il vaccino scuola è una seria complicazione organizzativa”, ha spiegato all’Adnkronos Salute Paolo Biasci, presidente nazionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp).
“I genitori – spiega ancora Biasci – devono essere necessariamente presenti all’atto vaccinale perché devono autorizzare, ricevere delle indicazioni, rispondere alle domande, compilare l’anamnesi. Si fa un gran parlare dell’approccio alla vaccinazione dei più piccoli ma non si pensa ad aspetti come questo. Il genitore è una presenza indispensabile: chi mi dice se il bambino ha preso un farmaco che magari rappresenta, ipoteticamente, una controindicazione per la vaccinazione?”.
Per Biasci “il genitore che può prendere l’appuntamento dal proprio pediatra, nello studio che frequenta abitualmente – che può parlare con il pediatra che conosce il bambino sin dalla nascita e che ha sul suo computer il diario clinico di quel bambino – senza ombra di dubbio lo riterrà più agevole. Ed è innegabile che il pediatra di libera scelta è il professionista più indicato al compito. Tutto si svolgerebbe con più serenità”.
In questo quadro, dice Biasci, “la proposta del commissario Figliuolo sulla vaccinazione a scuola mi sembra complicata sul piano organizzativo: c’è la necessità di spazi adeguati, di organizzare gli orari, di avere la presenza di genitori che potrebbero avere necessità di orari flessibili. Tutti elementi che diventano semplici e immediati negli ambulatori del pediatra di famiglia. Chiederei proprio alle famiglie cosa ne pensano”, dice ancora Biasci sottolineando che “l’80% dei bambini e ragazzi sono in carico ai pediatri e il 20% ai medici di famiglia. Ognuno ha il suo medico. E, una volta approvato il vaccino per l’età pediatrica, potranno essere vaccinati facilmente dai propri dottori. E’ una cosa numericamente fattibile. I pediatri di famiglia sono circa 8mila, non parliamo di grandi numeri per ciascuno”.
Del resto, ricorda Biasci “abbiamo già un protocollo d’intesa firmato, ormai da diverse settimane, per fare tutto questo”. Il documento è stato infatti siglato con il ministro Speranza e con la Conferenza delle Regioni per “le vaccinazioni: dei bambini, dei genitori dei soggetti fragili e quelle del calendario vaccinale che non sono state fatti a causa dell’impegno dei centri vaccinali su altri fronti. Con quel protocollo abbiamo assicurato la nostra disponibilità a vaccinare nei nostri studi, per dare una mano al sistema. Siamo in attesa che le Regioni lo adottino”.