Nell’ambito dell’ultimo dei suoi dettagliati report settimanali (siamo al 42esimo), l’Altems (Alta scuola di economia e management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica, campus di Roma), indica che, “seppure con un buon andamento”, in merito alla tempistica indicata dalla Ue, con i vaccini siamo ancora indietro. Infatti, spiegano dall’Altems, ”a meno di un mese per raggiungere l’obiettivo delle vaccinazioni indicato dall’Ue, siamo solo al 29,06%, nonostante l’incremento del numero di punti vaccinali”.
Premesso che la responsabilità di tale ritardo è da attribuire esclusivamente al mancato invio delle dosi previste da parte delle aziende produttrici, nello specifico, spiega il report, “Ad oggi si registrano 1.454.503 di persone vaccinate, che corrisponde a un buon andamento nelle vaccinazioni tuttavia, ipotizzando questo andamento lineare, non si raggiunge nei tempi stabiliti (31 marzo) l’obiettivo fissato dall’Ue, ma solo il 56% di tale obiettivo”.
E in un tal contesto, tiene a rimarcare il docente di Igiene generale e applicata presso la Sezione di Igiene del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica dell’Università Cattolica, Gianfranco Damiani: ”Dopo un mese di valori stabili nelle terapie intensive, bisogna ora fare attenzione al rischio che i ricoveri in questo ambito riprendano ad aumentare, come si può iniziare a leggere dai dati su scala nazionale, pur con delle differenze a livello regionale. Questo rischio – spiega l’esperto leggendo il report – corre in parallelo con l’incremento dei contagi, che nel giro di una settimana ha visto aumentare l’incidenza nazionale da 130 a 180 nuovi casi ogni 100mila abitanti, molto al di sopra della soglia dei 50 su 100.000 che viene considerata critica per il contenimento ottimale dell’epidemia“.
Max