(Adnkronos) – La questione dell’utero in affitto è tra i temi al centro del flash mob di protesta, in piazza Castello a Torino, organizzato da Pro Vita & Famiglia Onlus in risposta alla manifestazione “La Città dei Diritti” che ha visto la partecipazione di molti sindaci di città italiane.
“Donare gli ovuli, che in realtà significa vendere gli ovuli, è una pratica spaventosamente pericolosa – afferma la dott.ssa Silvana De Mari – A queste giovani donne, scelte su catalogo, spesso bionde con gli occhi azzurri, quasi sempre studentesse, viene somministrata una vera e propria ‘sberla’ di ormoni. A causa di ciò si ha la cosiddetta sindrome da iperstimolazione ovarica, le cui conseguenze possono essere ictus, infarto, morte per coagulazione intravascolare disseminata, aumento di rischio di cancro della mammella e del colon, infertilità, perdita dell’ovaio; inoltre gli ovuli si trovano dentro la pancia, quindi per andarli a prendere serve un’operazione cruenta, che può causare emoperitoneo, perché i vasi sono resi fragili dai suddetti ormoni”.
“Innestare questa gravidanza in una donna – prosegue De Mari – è totalmente anti-fisiologico, comporta un ulteriore bombardamento di ormoni e un ulteriore rischio di sviluppare patologie. Inoltre, tali gravidanze portano a un rischio aumentato di aborto, di gravidanza extrauterina, di parto prematuro; questi bambini dunque hanno un maggiore rischio di essere abortiti. Li vogliono perché li amano: meno male, figuriamoci se li odiavano… – commenta sarcasticamente la dott.ssa De Mari – Secondo molti lavori questi bambini hanno un tasso maggiore rispetto agli altri di sviluppare alcuni tumori, tra i quali neuroblastoma e nefroblastoma. Inoltre il dolore del parto non può essere comprato: perché di parto si può morire”.