Avrebbe preteso interessi fino al 150% per il prestito fatto ad una persona in difficoltà economiche. Per questo un imprenditore di origini albanesi della provincia torinese dovrà rispondere del reato di usura.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di obbligo di dimora nel Comune di residenza e del divieto di avvicinamento e comunicazione con vittima.
L’attività investigativa è stata avviata dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino a seguito di confidenze che la vittima di usura aveva reso a un pubblico ufficiale, manifestando grande preoccupazione per le difficoltà nel restituire un prestito.
I soldi sarebbero serviti a fare fronte a ingenti debiti di gioco, un prestito di 40.000 euro, poi lievitato in maniera esponenziale a causa dell’applicazione di tassi usurari, fino a raggiungere l’importo complessivo di 80.000 euro.
All’esito dei complessi accertamenti di polizia giudiziaria svolti dai militari operanti, anche attraverso pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali, sono emerse evidenze indiziarie circa plurimi e ripetuti fatti di usura che sarebbero stati commessi dall’indagato (un imprenditore di origini albanesi residente nella provincia di Torino).
Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe complessivamente prestato 40mila euro in contanti alla vittima, del cui stato di bisogno e impossibilità di ricorrere al credito bancario era a conoscenza, richiedendo l’applicazione di tassi di interesse annui oscillanti tra il 120% e il 150%.
Sono state eseguite diverse perquisizioni, che hanno permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro documentazione cartacea e informatica comprovanti il prestito usurario, tra cui assegni dati a garanzia dall’usurato per un importo di 80.000 euro, e denaro contante per circa 30mila euro.