“La mia presenza qui ha questo significato: partecipazione al dolore che rimane per quanto avvenuto; solidarietà della Repubblica per questo dolore, dovere del ricordo della memoria, perché non si smarrisca mai la consapevolezza di quanto avvenuto e della gravità di quanto avvenuto e di quanto va impedito per il futuro. E ribadire l’esortazione, la sollecitazione, a sviluppare ogni impegno per la verità, con ogni elemento, documentale o non documentale, che possa contribuire a raggiungere pienamente la verità”.
Eccolo il Presidente della Repubblica, con qualche giorno di anticipo rispetto al 2 agosto, nella Cattedrale bolognese di San Pietro, dove sono state commemorate le stragi della stazione di Bologna e quella di Ustica, delle quali ricorre il quarantennale (era il 1980).
C’è da premettere che nel rispetto delle norme di sicurezza dettate dalle misure anti coronavirus, gli eventi che hanno caratterizzato questa mattinata, si è scelto di riservarli soltanto alle autorità e ai familiari. Tuttavia il Presidente nei suoi spostamenti è stato affiancato dal sindaco di Bologna Virginio Merola; dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini; dalla prefetta Francesca Ferrandino; e dall’ex premier Romano Prodi.
Dopo la messa in suffragio delle vittime, ed essersi intrattenuto qualche minuto in un colloquio privato col Card. Zuppi, il Capo dello Stato ha lanciato un monito a tutti, perché prevalga l’attenzione, affinché un simile orrore “non si ripeta”.
Quindi Mattarella ha espresso il suo pensiero affermando: “Dolore, ricordo, verità piena. Sono queste le sollecitazioni che raccolgo ed esprimo, per solidarietà nei vostri confronti e nei confronti di Bologna, città ferita e che non dimentica questa ferita e che ha reagito in maniera esemplare”.
Poi il Presidente si è recato nella sala di attesa della stazione bolognese, dove ha deposto una corona di fronte alla lapide che ricorda la strage, e qui, visibilmente emozionato, il Capo dello Stato ha esteriorizzato il suo “Dolore per le vittime, per tanti donne, uomini, bambini, assassinati dalla violenza del terrore stragista. Ognuna di queste persone – ha aggiunto il Presidente – aveva una storia, una prospettiva di vita, un futuro che è stato rimosso, sottratto loro e cancellato. E’ stata sconvolta la vita di molti familiari delle vittime, questo ha indebolito il nostro Paese e la sua società complessivamente, privandolo di storie di futuro di suoi cittadini e di tante persone che erano qui in quel 2 agosto. Questo dolore non è estinguibile, una ferita che non può rimarginarsi e che per questo chiede ricordo“.
Quindi ha tenuto a rimarcare: “Il ricordo delle vittime innanzi tutto, naturalmente di quel che è avvenuto per essere vigili, per evitare che si ripeta qualunque avvisaglia di strategia del terrore come quella che allora fu messa in campo“.
Ed ancora, “Nel ricordo della strage di Bologna – ha aggiunto Mattarella – rientra anche rammentare la reazione di Bologna e dei bolognesi, una reazione immediata, di soccorso per i feriti, una reazione civile, determinata, composta, con molta forza, a difesa della vita, della libertà, della democrazia, contro lo stragismo e la strategia del terrore. Una reazione che è stata accompagnata da tutta Italia, una reazione che ha rafforzato la nostra democrazia e ha sconfitto lo stragismo e le sue strategie criminali”. Ma il ricordo della strage, ha proseguito il Capo dello Stato, “sarebbe incompleto ed inefficace se non accompagnato, come è stato fatto in questi anni costantemente dai familiari delle vittime e dall’associazione che li rappresenta, dalla richiesta di verità piena. L’esigenza di piena verità, di giustizia, di verità completa che è stata perseguita con determinata e meritoria ostinazione dall’azione giudiziaria dalla sollecitazione dei cittadini, dei familiari delle vittime, contro ogni tentativo di depistaggio e di occultamento. E questo richiede naturalmente che si faccia di tutto, con un impegno completo e senza alcuna riserva, perché la verità venga raggiunta in pieno“.
Quindi, come era giusto che fosse, poco dopo Mattarella ha raggiunto il museo della Memoria dove sono custoditi i resti del Dc9 abbattuto a Ustica il 27 giugno 1980 dove, dopo essersi intrattenuto con i familiari delle 81 vittime ha affermato: “Questo museo è un tempio della memoria che consente di mantenere intatta la memoria della tragedia di Ustica ed esorta a ogni impegno per difendere vita e libertà“.
Max