(Adnkronos) – “E’ un onore indescrivibile, essere associata con un gruppo di pensatori, sognatori e visionari che hanno creato, ispirato e contribuito alla storia del mondo, dalla scienza, all’arte e alla politica. Non me lo aspettavo e quando lo ho saputo il mio primo pensiero e’ andato ai miei genitori, a cui dedico questo premio, che forse per un momento ha ripagato tutti i sacrifici fatti ed al caro prezzo della lontananza”. Sono le parole di Alessandra Lanzara, una delle tre italiane appena nominate nella prestigiosa American Academy of Arts and Sciences, fisica e professore a vita all’università di California, Berkeley, emigrata negli Usa dopo laurea e dottorato di ricerca all’Università di Roma, La Sapienza.
“Venti anni fa ho lasciato l’Italia per venire a lavorare negli Stati Uniti. Avere lasciato la mia famiglia, gli affetti e il mio meraviglioso Paese e’ stata una scelta difficile ed ha comportato tante rinunce e numerose sfide da affrontare. Ma ce l’ho fatta”. Aiutata da quale italianità? “I fondi per la ricerca in Italia sono molto irrisori rispetto ad altri paesi. Ma durante i miei studi all’università La Sapienza, ho imparato l’arte di riuscire, con poche risorse, a fare la differenza e poi grazie all’insegnamento del Professor Bianconi ed altri docenti ho scoperto come essere creativa nell’affrontare un nuovo problema”, racconta all’Adnkronos.
Con l’Italia nel cuore, Alessandra Lanzara intende giocare il suo ruolo di ambasciatrice dell’American Academy “incentivando a livello globale le collaborazioni e gli scambi verso l’Italia fra gli atenei, come abbiamo tentato di fare nell’ultimo anno”, anche grazie al suo ruolo di co-direttore del Bay area Chapter of the Italian Scientists and Scholars in North America (Issnaf) Foundation. C’è poi anche la nuova frontiera di ricerca che la professoressa di Berkeley ha aperto per vincere la grande sfida sull’impatto ambientale e il cambiamento climatico aprendo il Centro di innovazione sui materiali sostenibili (Center for sustainable materials and innovation): “L’ho fondato a Berkeley. Disegniamo nuovi materiali, tenendo conto del loro impatto ambientale e dei costi necessari per riciclaggio e riuso. Il centro è adesso in partnership con Enel per accelerare la transizione dalla ricerca di base all’industria – racconta – Ma spero, grazie all’Accademia, di trovare ed estendere iniziative di questo tipo anche ad altre istituzioni ed industrie in giro per il mondo. E mi auguro che l’Italia possa avere un ruolo centrale in questa operazione”.
Secondo la scienziata italiana, per risolvere le sfide di oggi e’ indispensabile imprimere un approccio più globale alla ricerca, aumentando le collaborazioni scientifiche tra l’America e gli altri paesi, Italia in testa. “E’ con la ricerca affrontata globalmente, dove tutti i paesi diventano attori principali – rimarca a conclusione della conversazione con l’Adnkronos – che si trovano le soluzioni alle sfide del nostro tempo. Come per la pandemia: è grazie alle forze dei ricercatori in tutto il mondo, si e’ riusciti ad avere un vaccino in tempi brevissimi”.