(Adnkronos) – Arrivato alla terza incriminazione in quattro mesi, Donald Trump ha infranto ormai da tempo il tabù della prima incriminazione di un ex presidente degli Stati Uniti, facendolo diventare una sorta di ‘new normal’. Ma queste volta, concordano giuristi e storici interpellati dal Washington, la situazione è diversa da quella delle altre incriminazioni, e potenzialmente molto più grave.
Anche se le accuse di aver usato fondi elettorali per pagare il silenzio di una pornostar e di aver illecitamente portato via e nascosto dalla Casa Bianca documenti segreti sono importanti, quelle che verranno formalizzate oggi a Trump di fatto imputano a un ex presidente di aver tentato di sovvertire il sistema democratico. Tanto più che arrivano mentre questo ex presidente è candidato a tornare alla Casa Bianca nel 2024.
“Viene investita direttamente la questione del funzionamento del sistema elettorale e del pacifico trasferimento dei poteri, che è veramente la questione del funzionamento della democrazia americana”, spiegaJon Grinspan, storico del National Museum of American History.
“I crimini per il quale è incriminato sono di una portata maggiore di qualsiasi altro commesso contro il Paese da un cittadino americano, figurarsi un ex presidente”, gli fa eco Laurence Tribe, costituzionalista della Harvard University.
“Viene incriminato essenzialmente per aver cercato di rovesciare la Repubblica e il suo processo cruciale per il mantenimento della governance democratica, il pacifico trasferimento dei poteri”, aggiunge il giurista che è stato un consigliere di Barack Obama, riferendosi al fatto che Trump, nonostante la sconfitta, abbia cercato di rimanere al potere impedendo la ratifica della vittoria di Joe Biden.