Agenti dal ‘grilletto facile’, e sempre puntualmente a danno di cittadini afroamericani.
La sensazione, rispetto a quanto sta avvenendo con sempre maggior frequenza negli Stati Uniti, è che ormai si sia imboccata una strada senza via di ritorno. Così, per l’ennesima volta, le cronache a stelle e strisce, stamane sono tornate a raccontare al mondo ‘le folli gesta di un manipolo di agenti’, stipendiati per vigilare sulla sicurezza, certo non per bruciare vite.
A farne le spese stavolta è stato un ‘innocente’ di soli 11 anni. La sua unica ‘mossa sbagliata’? Proprio quella di aver confidato nell’aiuto degli agenti. E’ accaduto che il piccolo Aderrien Murry, che vive in una casetta di Indianola, impaurito dall’entità di una lite familiare, ha chiamato il 911 per proteggere la madre. Come in uno dei tanti film che siamo abituati a vedere, gli agenti hanno fatto irruzione armi alla mano, manco si aspettassero schierata contro la banda di Al Capone!
Come da prassi il poliziotto, tale Greg Capers, ha ordinato a tutti i presenti di alzare le mani, con la madre dell’11enne, Nakala Murry, ad urlare di stare calmo perché in casa nessuno era armato. E’ stato questione di attimi, e dalla pistola dell’agente è partito un colpo, che ha centrato al petto il piccolo Aderrien che, ripetiamo, come ha più volte ribadito la madre, aveva le mani alzate.
A seguire il comprensibile urlo di dolore della signora Nakala, le parole sussurrate a fil di voce dall’11enne: “Perché mi ha sparato, che cosa ho fatto?‘”. Trasportato d’urgenza in ospedale, per quanto grave il piccolo non sarebbe però in pericolo di vita, ma c’è mancato davvero poco.
Furioso il legale della famiglia, che ha dichiarato ai media: “Non c’è giustificazione per quello che ha fatto questo agente, Aderrien è stato ad un passo dal perdere la vita per il suo comportamento irresponsabile” Oltre alla denuncia, è stato richiesto l’immediato licenziamento dell’agente Greg Capers.
Max