Finalmente il presidente americano da un segnale della sua leadership, intervenendo sulla vicenda che dopo labbattimento di un caccia russo da parte dei turchi, ha visto la dura e minacciosa di Vladimir Putin. Un incidente pericolosissimo che segna le contrapposte visioni di Russia e Turchia rispetto al regime di Assad e che rischia, oltre che a pregiudicare le comuni finalità anti-Is, di innestare una pericolosa escalation. Così Obama ha immediatamente chiamato Erdogan invitandolo ad evitare atteggiamenti equivoci o reazioni sbagliate. La Turchia sulle prime aveva infatti giustificato labbattimento dellaereo russo asserendo che aveva sconfinato nei cieli turchi. Versione a sua volta smentita da Putin, oltretutto, la morte dei due piloti (uccisi dai ribelli), ha ulteriormente acuito la giuste reazioni del Cremlino. Cè poi da sottolineare che la Turchia era stata avvertita del passaggio dei caccia russi (seppure fuori dai confini aerei), diretti in Siria. Da Ankara hanno ribadito che gli aerei russi erano stati contattati via radio per 10 volte consecutive nel corso degli oltre 20 secondi di sconfinamento. Dal canto suo Obama, hanno spiegato sia da Washington che da Ankara, invitando il premier turco a placare le tensioni ha espresso il sostegno americano e della Nato al diritto della Turchia di difendere la propria sovranità, una dichiarazione evidentemente tesa ad allentare le tensioni in quanto, da sottolineare: la nato non prevede in nessun caso labbattimento di un aereo, salvo rari ed effettivi segnali di minaccia da parte di aerei sconosciuti. Dal canto suo la Russia, dichiaratasi da Putin pugnalata alle spalle, ha adottato nuovi accorgimenti (si parla di scorte aeree e di missili puntati nel raggio di percorrenza dei caccia) per garantire ai suoi caccia sicurezza nel corso delle missioni anti-Isis.
Max