“Il punto è chei leader dello Stato Islamico non possono nascondersie che il nostro messaggio per loro è chiaro: sarete i prossimi”. Finalmente il presidente Obama (sottolineando limpegno degli Usa nei raid in Siria, Iraq e Libia), mostra i muscoli, rivolgendosi direttamente ai terroristi del sedicente Stato Islamico. E lo fa, non a caso, dalla sede del Pentagono. “Stiamo colpendo l’Is nel modo più forte: gli aerei della coalizione, i nostri caccia, bombardieri e droni hanno aumentato il ritmo dei raid, 9mila fino ad oggi”, ha sottolineato poi Obama, illustrando lintensità delloffensiva della coalizione, che ad oggi ha bonificato il 40% del territorio iracheno, occupato dalla presenza dei terroristi dellIs. Ma gli Usa non demordono ed anzi: continueranno a “martellare” senza tregua, con il solo scopo di “colpire il cuore dell’Is, e rendere difficile che possa portare il suo terrore nel resto del mondo”, come purtroppo accaduto sia a Parigi che a San Bernardino. Dunque, pur riconoscendo i notevoli “progressi” della coalizione contro i terroristi, tale successi debbono tuttavia “essere più veloci. Gli Usa fanno la loro parte, come la fanno i nostri alleati, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Australia” ma, come raccomanda una nostra famosa canzone sanremese, in questo senso, tuona Obama bisogna “fare di più. Per questo ho inviato il segretario alla Difesa Ash Carter in Medio Oriente”, ha quindi sottolineato il presidente Usa, ricordando la visita a Mosca del segretario di Stato, John Kerry, per affrontare la questione Siria. “Così come gli Stati Uniti stanno facendo di più in questa lotta, così come stanno facendo di più i nostri alleati – Francia, Germania e Regno Uniti, Australia e Italia – così devono fare altri”.
M.