Proseguono le audizioni presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito, a Palazzo Mancuto, e quanto emerge lascia a dir poco interdetti. Dopo le ’rivelazioni dell’ex maresciallo della Finanza che denunciò la scoperta di oltre 300 chili di munizioni all’uranio – di fabbricazione italiana – ’accantonate’ in un deposito nel napoletano (poi usate per le esercitazioni, ma dalla Difesa hanno subito contestato la veridicità di questa testimonianza), stamane è stata la volta dal medico militare Ennio Lettieri a rilasciare dichiarazioni choc: i nostri militari in missione in Kosovo (almeno fino al 2016), vennero esposti all’alto rischio rappresentato “dall’acqua cancerogena e dall’aria inquinata. Dalla base di Film city – ha evidenziato il medico – sono ben visibili le ciminiere della compagnia elettrica Kek”, spiegando che, principalmente alla sera, si alzava “un’aria giallognola che rendeva l’aria malsana e irritante per le vie respiratorie”. Ma non si tratta di supposizioni dettate da ’effetti visivi’, affermando che il contingente italiano ha lungamente bevuto acqua cancerogena, Lettieri è entrato nello specifico denunciando che “l’acqua analizzata nel 2015 e presente fino al 2016, conteneva bromato, cancerogeno di classe 2B, in quantità di 65/67 microgrammi-litro, a fronte di un limite di 10″ tollerato”. Come è legittimo che sia, ci si aspetta ora un comunicato ufficiale della Difesa, in merito a quest’ennesima scioccante rivelazione.
M.