“Il numero chiuso a Medicina va cambiato. Lo ha annunciato il nuovo ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa”, segnala Consulcesi. “Noi lo sosteniamo da anni – dichiara Massimo Tortorella, presidente del network legale che assiste professionisti sanitari e studenti – E’ ingiusto che a decidere la capacità di frequentare la Facoltà di Medicina sia un test di soli 90 minuti e, per giunta, pieno di irregolarità”. Ma l’invito di Consulcesi, ora, è di “pensare all’esercito degli esclusi”.
“Quest’anno – ricorda Tortorella in una nota – oltre alle irregolarità che hanno riguardato l’utilizzo di cellulari nel corso della prova, la violazione dei tempi di consegna e dell’anonimato degli studenti, oltre al conflitto di interessi tra i rappresentanti degli Ordini dei medici che facevano parte della Commissione con il ruolo di definire i posti disponibili, vi sono stati dei gravi errori nella prova stessa, che hanno compromesso lo svolgimento del test e l’attribuzione dei punteggi. Tuttavia il ministero ha annullato soltanto una domanda delle 4 domande errate. La toppa è stata peggio del buco e fa emergere l’inadeguatezza di un sistema che non si basa sulla meritocrazia e che utilizza degli strumenti di selezione del tutto inadeguati”.
“Sono contento che finalmente si prenda in considerazione seriamente la possibilità di cambiare le regole di un gioco tutt’altro che meritocratico”, evidenzia Tortorella. “Ma cosa sarà delle migliaia di ragazzi esclusi?”, si chiede. “Sappiamo che molti di questi ritenteranno l’anno prossimo, magari entreranno all’università e diventeranno dei validi professionisti. Da anni con Consulcesi seguiamo migliaia di medici e molti di questi sono entrati dopo vari tentativi, oppure attraverso un ricorso e oggi sono illustri e stimati professionisti. Lo sportello informativo di Consulcesi riguardo al numero chiuso è stato inondato da subito di segnalazioni riguardo svolgimenti impropri della prova. A tal proposito – conferma il presidente – i nostri esperti stanno già lavorando per predisporre i diversi ricorsi nei tempi previsti dalla legge”.