Cari colleghi, come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando unidea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale. Inizia così la lettera scritta dal responsabile di settore della Diocesi, don Gian Battista Rota, indirizzata ai 6.102 insegnati di religione della Diocesi ambrosiana. Lobiettivo della richiesta, definita dalla curia unindagine informale, pare sia venire a conoscenza dei progetti che allinterno delle scuole trattano di temi legati allomosessualità e allidentità di genere.
Non si è fatta attendere la reazione del responsabile Scuola di Arcigay, Davide Zotti Questa è lennesima posizione omofobica della Chiesa, in un ambito delicatissimo comè quello delleducazione e della formazione dei giovani. Ma anche il sottosegretario alle Riforme del Governo Renzi, Ivan Scalfarotto decide di dimostrare il suo dissenso definendo la lettera utilizzando un eufemismo inopportuna, mentre alcuni degli insegnanti hanno deciso di lasciare linsegnamento. La Diocesi ha cercato di chiarire la sua posizione diffondendo una dichiarazione nella quale si esplica la volontà di conoscere dagli insegnanti di religione il loro bisogno di adeguata formazione per presentare, dentro la società plurale, la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti.
Posizioni opposte dunque. Da un lato una Chiesa che continua a difendere lunione tra uomo e donna nella finalità del concepire, definendo lunione tra due persone dello stesso sesso non un peccato, ma un disordine. Dallaltro esiste una società che sembra stare gradualmente superando la paura del diverso e la necessità di definire il concetto di normalità. Sembra voler dire che i sentimenti non sono stati creati, semplicemente esistono e tutto ciò che esiste non può essere definito contro natura.