UNIONI CIVILI, BOLDRINI: “TEMPO SCADUTO. NON SI RISPETTANO A METÀ DIRITTI”

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    “Sulle unioni civili il tempo e’ scaduto. Il Parlamento non può tralasciare” questo tema “o metterlo in secondo piano”. Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini. “I diritti non possono essere oggetto di mercantilizzazione e vanno portati fino in fondo e non possono essere rispettati a meta’”, ha aggiunto rispondendo a una domanda sulla reversibilità della pensione e l’adottabilità dei figli nell’ambito delle unioni civili. E “anche se hanno dei costi vanno portati fino in fondo”. “Abbiamo presentato un programma molto preciso sui tempi: dopo le riforme costituzionali a settembre il ddl sarà approvato al Senato prima di entrare nella sessione di Bilancio per il voto finale alla Camera entro fine anno senza modifiche. Recupereremo il tempo perso da altri”, aveva spiegato ieri il ministro Boschi dopo la sentenza di Strasburgo. L’Aula del Senato esaminerà il ddl Unioni Civili “l’ultima settimana di lavoro” prima della pausa estiva “ove concluso l’esame in commissione”. Lo ha deciso la Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama. “Ho anche chiesto a Grasso di sollecitare la commissione Giustizia a votare presto gli emendamenti”, aggiunge il capogruppo Pd Luigi Zanda. All’Italia arriva l’ennesimo, potente scossone sui diritti civili: la Corte europea dei diritti umani ha condannato il nostro Paese per la violazione dei diritti delle coppie omosessuali, sanzionandolo a risarcire tre coppie per danni morali e chiedendo che finalmente venga introdotto il riconoscimento legale per le unioni di persone dello stesso sesso. Il ’fulmine’ arriva nello stesso giorno in cui in Parlamento langue la discussione sul ddl Cirinnà e a pochi giorni dall’annuncio del premier Matteo Renzi che ha posto il 2015 come limite per l’approvazione di una legge sulle unioni civili. A fare ricorso alla Corte di Strasburgo sono state tre coppie di omosessuali, che vivono insieme da anni rispettivamente a Trento, Milano e Lissone (Milano); capofila è la coppia composta da Enrico Oliari, presidente dell’associazione di omosessuali di centrodestra Gaylib, e dal suo compagno. Tutte e tre hanno chiesto ai loro Comuni di fare le pubblicazioni per potersi sposare ma si sono viste opporre un rifiuto. Da qui è cominciata la lunga strada dei ricorsi alla magistratura e alla Consulta, fino alla Corte di Strasburgo, che ha condannato l’Italia – che dovrà versare a ognuno di loro 5 mila euro – perché ha violato il diritto al rispetto della loro vita privata e familiare e chiede al nostro Paese di riconoscere le coppie omosessuali perché considera che “la protezione legale disponibile attualmente a coppie dello stesso sesso non solo non garantisce i bisogni fondamentali per una coppia che sia in una relazione stabile, ma non dà neanche sufficienti certezze”. “Questa sentenza è l’ennesima dimostrazione che ci sono solo cattivi motivi per mantenere milioni di persone in uno stato di necessità inutile e ingiustificabile. Speriamo che i politici italiani vogliano procedere verso una legge che chiarisca l’uguaglianza di tutti i cittadini” hanno dichiarato subito Gian Mario Felicetti e Riccardo Z.. Lo stesso Oliari sottolinea come la sentenza sia arrivata “al momento giusto, proprio ora che se ne discute in Senato”. Vanno oltre Roberto Zaccheo e Riccardo Perilli Cippo, la terza coppia: “Ci fermeremo solo quando potremo unirci in matrimonio come tutte le coppie eterosessuali”.