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Una guerra ‘giusta’? Il Gen. Tricarico denuncia “L’asservimento all’indirizzo statunitense della Nato, mai visto e certamente indecoroso”

Spiace dirlo ma, purtroppo, premesso il gravissimo atto di ostilità perpetrato da Mosca ai danni di Kiev, con un’invasione bellica di una violenza inaudita, c’è da sottolineare a monte l’assoluto ‘menegreghismo’ in primis delle Nazioni Unite – che ben si son guardate dall’intervenire nel Donbass già nel 2014 – e la totale ‘confusione’ da parte della Ue che, mai come in questa occasione ha mostrato tutti i suoi limiti politici e ‘diplomatici’.

La stessa Nato ha poi in parte ‘relegato’ alla bacchetta degli Usa il potere di comando, facendosi trascinare in un vorticoso coinvolgimento, che non lascia presagire nulla di buono.

Una clamorosa incapacità politica, l’iniziale ‘immobilismo’ occidentale, o un ‘silente interesse’ per poi approfittare della situazione?

La ‘questione fra Ucraina e Russia, anche ‘economica’ (solo il Donbass rappresenta infatti il 20% del Pil interno), si gioca sulla disgregazione di quello che è stato l’impero sovietico, con tutte le difficoltà e le devianti ‘nostalgie’ che rappresenta. Una situazione ‘locale’ poi degenerata, in parte anche grazie all’ingerenza di alcuni paesi occidentali, che hanno pensato bene di cavalcare il caos seguito, per ‘fomentare’ la reazione di Mosca. Dunque oggi ‘paghiamo tutti’ l’incapacità – o gli ‘interessi’ silenti – di chi invece deputato a vigilare sulla pace e l’ordine.

La soluzione giusta è ‘alimentare’ la violenta guerra, a danno di migliaia di civili, e privare anche noi stessi di gas e petrolio?   

Ciò che infatti salta agli occhi delle persone più attente, non ‘obnubilate’ da fermenti viscerali da ‘tifoseria’, è proprio l’impressionante facilità con la quale l’intera Europa ha deciso di sposare una causa, pensando di fare ‘cosa buona’, alimentando una guerra che continua a decimare ogni ogni giorno migliaia di civili. E non è un caso se poi paesi notoriamente ‘poveri’ – come ad esempio quello di Budapest – siano insorti contro le sanzioni Ue che, come ribadito dallo stesso Orban (riguardo alla rinuncia del petrolio russo), rischiano di tradursi in una sorta di ‘bomba atomica contro l’economia stessa dell’Ungheria”.

Perplessità rispetto all’atteggiamento generale, che ‘meravigliano’ persino l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare

E oggi, a suffragare l’incredibilità dettata dal buonsenso rispetto ad un conflitto violento ed in pericolosa espansione, è intervenuto  paradossalmente proprio ‘un uomo di guerra’, un personaggio del calibro del generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare il quale, in occasione della visita el premier Draghi a Washington, ha colto l’occasione per tracciare una seria e lucida analisi rispetto alla posizione presa dalla Nato e della Ue.

Il Gen. Tricarico: “C’è da sperare che l’apparente inattività e sonnolenza della nostra diplomazia sia solo apparente…”

“C’è da sperare che l’apparente inattività e sonnolenza della nostra diplomazia – ha infatti denunciato Tricarico – sia solo apparente, che fino adesso, come ha lasciato intendere il ministro Di Maio, siano stati attivi dietro le quinte e che Draghi si faccia portatore presso gli Stati Uniti non tanto di una visione italiana quanto di una visione coordinata almeno con altri principali partner europei, Francia e Germania”.

Il Gen. Tricarico: “Draghi avvii un percorso di recupero di un ruolo da parte dell’Italia, che non sia quello di una sottomissione così manifesta”

Come osserva l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, “E’ importante che Draghi avvii un percorso di recupero di un ruolo da parte dell’Italia, che non sia quello di una sottomissione così manifesta”. Ed “Il piatto forte dell’incontro dovrebbe essere proprio la Nato, il cui grado di asservimento all’indirizzo statunitense ha raggiunto un livello mai visto in passato e certamente indecoroso”.

Il Gen. Tricarico: “La Nato può essere la spina dorsale di un accordo che consentirebbe una via di uscita a Putin, cosa assolutamente imprescindibile”

“Personalmente – incalza ancora il Generale – credo che la Nato possa essere la spina dorsale di un accordo che consentirebbe una via di uscita a Putin, cosa assolutamente imprescindibile“, perché “assicurare formalmente alla Russia che la Nato non allargherà ulteriormente i propri confini, a cominciare dall’Ucraina, è solo la formalizzazione di un impegno sottoscritto con la Russia di allora, cosa che oggi molti fanno finta di non ricordare“.

Il Gen. Tricarico: “I comportamenti sinora adottati sono stati platealmente contrari a quanto stabilisce l’articolo 1 del Trattato Nordatlantico”

Tricarico si dice infatti convinto che “Una soluzione di questo tipo, consentirebbe di rientrare nei ranghi del rispetto del Trattato Nordatlantico in quanto i comportamenti sinora adottati sono stati platealmente contrari a quanto stabilisce l’articolo 1 del Trattato che recita: ‘Le parti si impegnano, come stabilito nello Statuto delle Nazioni Unite, a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte’“.

Il Gen. Tricarico: “Il Trattato afferma che le nuove adesioni devono contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale”

Eppure, rimarca sconsolato l’alto ufficiale militare, ”Fino ad oggi abbiamo assistito a tutt’altro. Un’altra opportunità per osservare comportamenti conformi al Trattato Nordatlantico è quella relativa alle nuove adesioni all’Alleanza; infatti, sempre coerentemente con ciò che il Trattato dispone, le nuove adesioni devono contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale. Neanche le più ardite acrobazie interpretative potrebbero dimostrare che un qualunque ingresso nella Nato di oggi non causerebbe una destabilizzazione e pericoli anche di dimensioni incontrollabili per l’intera Alleanza“.

Il Gen. Tricarico: “Draghi può avviare un negoziato, sfidando le attitudini da guerrafondai dei paesi capeggiati dagli Stati Uniti”

Infine, conclude poi Tricarico, ”Credo che, per quanto riguarda l’Italia, nessuno come Draghi abbia la statura, la credibilità e la reputazione per poter cominciare a far filtrare tematiche che possano portare a un negoziato soddisfacente per ambedue le parti”. Certo ammette il Generale concludendo, “Non sfugge che il compito è piuttosto arduo viste le attitudini da guerrafondai dei paesi capeggiati dagli Stati Uniti”.

Max