Il 12 marzo sbarca nei cinema italiani il nuovo Cenerentola non più in versione animata ma con attori in carne ed ossa. La sua fortuna? Gli
Per ’Cinderella’, diretta da Kenneth Branagh, la telefonata all’atelier del quartiere Prati è arrivata direttamente da Sandy Powell che, nella pellicola, ha vestito la protagonista Lily James e la matrigna Cate Blanchett. Ad Annamode, con cui collabora da molti anni, ha commissionato 20 abiti per le scene del ballo e del mercato. ’’Ci ha fornito stoffe di stampe africane, per lo più cotoni, e abbiamo realizzato abiti sulla base di prototipi originali del 1840-50’’, racconta Simone Bessi, alla guida della sartoria fondata nel 1946 dalla nonna Anna Allegri, pistoiese di nascita emigrata a Roma in cerca di fortuna.
Anna riuscì a creare, insieme alla sorella Teresa, un regno letteralmente a due piani: in uno l’atelier di moda, nell’altro i costumi per lo spettacolo. Così il loro guardaroba vanta oltre 100 mila abiti che partono dallantica Roma fino ad arrivare ad oggi, tutti rigorosamente depositati a Formello. Per Cenerentola è servito almeno un mese e mezzo di lavoro delle 5 sarte del laboratorio, più altri collaboratori, per creare vestiti dagli stretti corpini e profilati con maniche a palloncino, balze e gonne a pieghe. Un trionfo del lavoro artigianale che ha poco da invidiare al resto dei costumi del film.
Simone Bessi commenta: Nel mondo del cinema l’Italia è ancora un punto di riferimento per sartoria, scarpe, accessori. Ci sono aziende storiche, anche con 150 anni di attività, che sono prime per conoscenza del mestiere. Da tutto il mondo vengono qui per realizzare i costumi dei film’’. Annamode può vantare nel suo recente curriculum 200 vestiti per Re Artù di Ridley Scott ed anche un completo per By the sea indossato da Brad Pitt. Insomma, se in Italia si è persa larte del cinema in costume allestero ancora va di moda e, in attesa di una gloriosa ripresa, Simone Bassi attende impaziente luscita di Cenerentola.