Un libro che ripercorre la storia della medicina del lavoro, che si fa universalmente iniziare col medico emiliano Bernardino Ramazzini il quale, fra ‘600 e ‘700, compie i primi significativi studi sui rischi per la salute legati ai mestieri del tempo, fino ai giorni nostri, passando dalle rivoluzioni industriali in cui la medicina “non era ancora orientata al fine della tutela protettiva e promozionale della ‘minuta gente’ che lavora, ma permaneva ancorata all’idea che tali protezione e promozione fossero un mezzo finalizzato alla preservazione della forza-lavoro e all’aumento della produzione”. Così lo storico e scrittore Giorgio Cosmacini, classe 1931, cattedratico alla Statale di Milano e all’Università San Raffaele, autore del libro “Storia della Medicina del Lavoro, da Bernardino Ramazzini a Salvatore Maugeri (1700-1985)”, presentato oggi a Pavia, in occasione di una giornata organizzata dall’Istituto clinico scientifico (Ics) Maugeri, di cui si celebra oggi il 56esimo anniversario, e nel giorno del 116esimo anniversario della nascita di Maugeri.
Fatti, storia, ma soprattutto grandi medici che hanno innovato la disciplina. “Maugeri – ha detto Cosmacini – è il personaggio, la figura dominante di quella che chiamiamo medicina del lavoro, iniziata 3 secoli fa. Ha attualizzato il messaggio di Ramazzini che risaliva al 1700 trasmettendolo ai suoi continuatori e allievi e a tutti coloro che oggi esercitano in questo grande centro a favore dei lavoratori. Oggi – ha proseguito – il lavoro è nell’occhio del ciclone, c’è chi un lavoro non ce l’ha, c’è chi ce l’ha ed è un lavoro usurante, c’è chi soffre di un’attività lavorativa stressante, ci sono le morti bianche. Di fronte a queste tematiche di grande attualità, la figura di Maugeri si impone con la sua nella sua genialità precorritrice”.