UN CONTO ACCOGLIERE I RIFIUTI DI REGIONI IN EMERGENZA, ALTRO LA MONNEZZA DELLA RAGGI

“A noi ufficialmente non risulta nessuna richiesta. Noi siamo aperti ad accogliere rifiuti di altre Regioni in situazioni di emergenza come ad esempio è avvenuto durante l’alluvione in Liguria, negli altri casi no: quella di Roma non è un’emergenza, ma una situazione ormai endemica e strutturale. Fino ad oggi e ora ancora di più, il sindaco di Roma non intende gestire la questione dei rifiuti. Dalla Lombardia ci sarà un rifiuto. Purtroppo l’articolo 35 dello ’Sblocca Italia’, una legge statale contraria alla nostra, costringe le Regioni a smaltire i rifiuti urbani che arrivano da altre. E così da qualche mese arrivano rifiuti anche da altre regioni. Il fatto che i lombardi paghino perché nel loro territorio si sono dotati di impianti per lo smaltimento dei propri rifiuti, non è giustificabile. E’ ora che anche Roma, e in particolare la signora Raggi, si decida a gestire i propri rifiuti, a fare la differenziata, a pensare agli impianti di smaltimento e a finirla con lo scaricare le proprie responsabilità”. Così l’assessore all’Ambiente della Lombardia, Claudia Maria Terzi, gela le speranze della Regione Lazio, alla ’disperata’ ricerca di regioni dove poter smaltire i rifiuti della Capitale. Ad attivare ’le ricerche’ della Regione Lazio è stata la lettera inviata dal sindaco Virginia Raggi, che sollecitava la Regione a sbloccare la situazione, consentendo così ad Ama di portare i rifiuti in altri territori italiani. Dalla Pisana, spiegano che ci si è infatti attivati – “come sempre fatto in situazioni simili” – per rispondere alle precise richieste dell’Ama. Non è certo semplice, spiegano dalla Regione Lazio, trovare un accordo sull’invio di parte dei rifiuti che non possono essere trattati a Roma, per via dell’insufficienza degli impianti, cercando così di congiurare per tempo una nuova emergenza, proprio in coincidenza delle festività, che certo sotto il profilo dell’immagine turistica non gioverebbe. Sebbene tale situazione non abbia precisi precedenti, come nel caso di Piemonte e Lombardia (che però ha già risposto), si sta cercando ora di mediare con Umbria, Abruzzo e Toscana, dove in passato qualche collaborazione nell’ambito rifiuti c’è stata, ma nulla può essere dato per scontato.
M.