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Ultima generazione, la “Marcia lenta” per chiedere sicurezza

Nella giornata di oggi, 14 dicembre, 15 attivisti – aderenti alla campagna FONDO RIPARAZIONE, promossa da Ultima Generazione – hanno effettuato un’azione di disobbedienza civile a Roma alle 9.10, lungo via Nuova Flaminia, all’altezza di Saxa Rubra. L’azione che hanno messo in campo è stata battezzata come “Marcia lenta”: nel comunicato si legge che «consiste nel camminare lentamente insieme per permettere a cittadini comuni a riprendersi la strada come spazio politico piuttosto che esclusivamente ad uso automobilistico. Le persone hanno srotolato uno striscione con scritto “Fondo Riparazione” e mostrato cartelli con scritto “Lenti come il governo”, “Suona il clacson se vuoi un Fondo Riparazione”, “Piano piano cambiamo”, “A passo di Papa”. La marcia lenta si è protratta fino all’altezza dell’uscita di Via Grottarossa, ed è durata 50 minuti prima che intervenissero le forze dell’ordine e portassero le 15 persone in commissariato.»

Angelo, un ragazzo di 23 anni laureato in Scienze naturali, ha partecipato all’azione e ha dichiarato: «Ho partecipato all’azione di oggi perché non vedo un futuro davanti a me. Ho capito che dovevo fare qualcosa quando, a lezione di paleontologia, ci è stato detto che “È assodato che siamo in una sesta estinzione di massa, paragonabile per intensità e velocità all’estinzione dei dinosauri”. La finestra per agire si sta chiudendo. Ricordo ai politici che non si può scendere a patti con la fisica, non si può denunciare una carestia, non si può arrestare un’alluvione. L’unica cosa sensata che possiamo fare oggi è la disobbedienza civile.»

Le azioni che vengono effettuate hanno uno scopo: volere sicurezza. «Non solo rispetto alla minaccia di frane e alluvioni, che comunque incombe sul 91% dei comuni italiani, ma anche rispetto all’aumento dei prezzi per i beni essenziali, al caro bollette, alla carenza di risorse nelle nostre scuole e nel nostro sistema sanitario – si legge sul comunicato – Per questo, chiediamo l’istituzione di un Fondo Riparazione preventivo su base annuale nel bilancio dello Stato, permanente e partecipato di 20 miliardi. I soldi dovranno essere ricavati tramite l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni sugli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit riservati ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari.»