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Ultima Generazione, Bonessio: “Non criminalizziamo gli attivisti per il clima, il Comune di Roma si ritiri da parte civile”

Non criminalizziamo gli attivisti per il clima di Ultima Generazione che in maniera non violenta, e senza arrecare danni permanenti, chiedono di rimettere al primo punto dell’agenda politica di tutti i governi la tutela ambientale, perché l’emergenza climatica è innanzitutto emergenza sanitaria.

I veri criminali sono all’interno di quelle Istituzioni che non compiono atti concreti per la tutela e difesa dell’ambiente a partire dallo stop ai finanziamenti pubblici per chi produce energia da fonti fossili”.

Una richiesta un po’ forte quella espressa da Bnessio, di Europa Verde, in merito alle azioni dimostrative che gli attivisti di Ultima Generazione hanno messo a segno nella Capitale nelle ultime settimane.

I livelli di inquinamento dell’aria soprattutto nelle grandi aree metropolitane fanno registrare un alto indice di mortalità per patologie cardio-polmonari riconducibili alla presenza di polveri sottili, biossido di azoto e benzene – spiega il consigliere capitolino – È una questione prioritaria ormai non più rinviabile e che va affrontata con la massima urgenza attraverso strategie condivise a livello mondiale in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030”.

Dunque, prosegue Bonessio, “Sapere che il Comune di Roma, insieme al Senato della Repubblica e al ministero della Cultura, ha deciso di costituirsi parte civile nel processo contro i tre attivisti imputati per il blitz fuori Palazzo Madama dello scorso 2 gennaio mi rammarica molto. Contrariamente all’apprezzamento da me espresso al sindaco Gualtieri in merito alla Ztl per il contrasto all’inquinamento e in favore della tutela della salute, questa è una decisione che non condivido e da cui prendo nettamente le distanze”.

Questa mattina a piazzale Clodio davanti al Tribunale Penale di Roma, insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni e ambientalisti, ho manifestato sostegno alle rivendicazioni di questi ragazzi che, avendo chiesto azioni concrete in favore dell’ambiente, rischiano il carcere. Io, come loro, ho a cuore il futuro delle prossime generazioni e del pianeta. Pertanto – conclude il consigliere ecologista – invito questi giovani a continuare a essere ribelli perché solo così si ottiene il cambiamento. Alle Istituzioni di ascoltare il loro grido di aiuto per costruire un futuro realmente sostenibile. La protesta non violenta non può essere criminalizzata”.

Così in una nota il consigliere capitolino di Europa Verde Ecologista Ferdinando Bonessio.

Max