Uffizi, ultima domenica gratis e appello: “Ripensateci”

La protesta nasce dalla delusione, la delusione alberga nella piacevole abitudine, l’abitudine stessa prolifera nella profonda convinzione, da parte dei molti, che lo sviluppo del concetto di cultura e di ‘popolarità’ della stessa verso i cittadini ed i turisti, in termini di fruibilità, non possa non passare attraverso una lodevole ricerca di soluzioni che possano rendere alcuni grandi fulcri culturali, come per esempio il museo degli Uffizi a Firenze, uno snodo nevralgico di accessibilità che possa garantire in alcuni casi soluzioni convenienti che non frenino, ma bensì alimentano la godibilità. E’ da questo concetto che parte il fronte delle proteste per la decisione di non permettere più il libero accesso al celeberrimo museo degli Uffizi a Firenze in modo gratuito nella giornata di domenica.

Arriva infatti l’ultima domenica libera per poter entrare gratis ed è vero e proprio boom di code per aggiudicarsi l’entrata. C’è anhe chi va alla strenua caccia di una entrata free e che alimenta la protesta perche non comprendere le motivazioni di questa decisione.

Queste situazioni, tra code e nervosismo, sono indici di due peculiari aspetti: da una parte, forse, non è poi così vero come da molti paventato che gli italiani, senza contare gli stranieri e i turisti, non abbiano questo grande feeling con la cultura. Anzi. Secondo, poi: forse la decisione di liberalizzare, di tanto in tanto, l’accesso ai centri di cultura e di storia come la galleria degli Uffizi non andrebbe letta come una offerta da trascurare o da limitare, bensì come uno slancio per il miglioramento non solo della fruibilità nei giorni di accesso ordinario, ma anche del concetto stesso che si possa avere dell’arte e della cultura legati anche alla economicità dell’area geografica che le ospita, con il tipico flusso che ne deriva.