Il bilancio previsionale dell’Italia sul 2015 è “a rischio di non conformità” con il Patto di Stabilità. E’ quanto si legge nell’opinione pubblicata oggi dalla Commissione europea sulla legge di stabilità italiana. Bruxelles fa sapere che “valuterà la situazione a inizio marzo 2015”, insieme a quella di Francia e Belgio dopo “l’approvazione delle leggi di bilancio e delle previste specifiche dei programmi di riforme strutturali” per cui i tre Paesi “si sono impegnati ai più alti livelli”. Nessuna bocciatura, come da previsioni. Ma da Bruxelles non arriva neppure una promozione. Superato lo scoglio del 2014, infatti, entro la prossima Primavera l’Italia dovrà darsi molto da fare sia sulle riforme promesse, sia sull’aggiustamento dei conti, dato “il rischio di una significativa deviazione” degli obiettivi di bilancio stabiliti per il 2015, o meglio “dell’aggiustamento del cammino verso gli obiettivi di medio termine”, ossia verso il pareggio di bilancio e l’abbattimento del debito pubblico. Le riforme sono quelle note (dal lavoro alla giustizia, ma nel calderone ci sono anche le privatizzazioni). Per i conti, volendo fare una stima approssimativa, l’aggiustamento richiesto al governo Renzi per la fine del prossimo anno potrebbe variare dai 10 ai 18 miliardi. “Un piccolo sforzo in più deve essere chiesto all’Italia. Sul debito questa esigenza è marcata”, si è limitato a dire il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici.