La Commissione Europea “non commenta” quanto scritto, in una lettera pubblicata dalla rivista ‘Science’ la settimana scorsa, da 18 virologi ed epidemiologi di università rinomate come Yale, l’Mit di Boston, Stanford negli Usa e Cambridge nel Regno Unito, che hanno criticato la propensione dell’Organizzazione mondiale della sanità a privilegiare la ‘pista’ della zoonosi come origine della diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 tra gli esseri umani, definendo come “estremamente improbabile” quella di un incidente di laboratorio. Tuttavia, la Commissione ritiene “importante” che venga appurata la provenienza del Sars-CoV-2. A dirlo è il portavoce della Commissione per la Salute, Stefan de Keersmaecker, rispondendo a una domanda durante il briefing con la stampa a Bruxelles.
In precedenza, l’ipotesi di un incidente di laboratorio come possibile origine del Sars-CoV-2 era stata adombrata in qualche inchiesta giornalistica, quando non da siti inclini a teorie del complotto: ora però sono scienziati di livello, nella lettera pubblicata da Science, ad affermare che “dobbiamo prendere le ipotesi di uno ‘spillover’ di laboratorio e naturale seriamente, nello stesso modo, finché non avremo dati a sufficienza”. Gli scienziati ricordano, inoltre, che la prima missione inviata dall’Oms in Cina si basa su “informazioni, dati e campioni per la prima fase dello studio raccolti e sintetizzati dalla metà cinese dell’équipe; il resto della squadra si è basato su questa analisi”.
La Commissione è cauta. “Non commentiamo su quanto affermato da 18 scienziati – dice de Keersmaecker – quello che è importante, comunque, è avere un’idea più chiara della provenienza del coronavirus Sars-CoV-2”.
“A quanto ne sappiamo – aggiunge – anche l’Oms sta esaminando la faccenda ed è ovviamente una cosa che sosteniamo pienamente. E importante capire da dove viene il virus, perché questo può anche aiutare a sviluppare i necessari vaccini per combatterlo. Ma non credo che possiamo dire di più su questo”, conclude.