(Adnkronos) – “Ricca diversità scientifica, forza delle reti di innovazione europee all’interno e all’esterno dei confini, capacità di offrire alle imprese locali e globali un campo di gioco uguale per ognuno, il tutto in un quadro normativo semplificato. Sono questi i tre punti di forza che, attraverso una maggiore armonizzazione del mercato unico, garantiranno una resilienza a lungo termine per l’Unione Europea”. Così all’Adnkronos Belén Garijo, presidente e Ceo di Merck a valle della ‘Giornata dell’Europa’, parlando di come i valori e le ambizioni europee possano essere allineati per il bene di tutti i cittadini.
Secondo la Tavola rotonda europea degli industriali (Ert) dall’inizio del millennio l’Europa ha perso circa il 30% della sua quota di mercato globale. E poiché altri Paesi ed aree geografiche continuano ad aumentare le dimensioni e la portata delle loro ambizioni in settori in crescita come le biotecnologie e la tecnologia digitale, la capacità di recupero dell’Europa sarà ulteriormente messa alla prova. “Ma non doveva andare così. La creazione di un mercato unico 30 anni fa – sostiene Garjio – avrebbe dovuto unire tutti gli europei e rendere l’Unione più competitiva sulla scena mondiale”.
“Possiamo essere orgogliosi di molte cose – osserva la Ceo-. L’Ue ha dato a 743,5 milioni di persone la libertà di vivere, studiare o lavorare ovunque in uno dei mercati più grandi del mondo. Ha vinto il Premio Nobel per la pace e ha guidato il mondo in riforme ambientali e sociali fondamentali. Non c’è dubbio che l’UE sia più forte insieme di quanto lo sarebbe stata da sola. Tuttavia, quello che nel 1993 era un vantaggio competitivo per l’Ue, oggi non è più sufficiente. Il gap di innovazione tra l’Europa e gli altri centri industriali globali si sta allargando. Allo stesso tempo, è sempre più difficile per un’azienda fare investimenti strategici all’interno degli Stati membri dell’Ue”, aggiunge.
“Non così, ad esempio, gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea e Israele – continua la Ceo di Merck – dove la fiducia e l’interconnessione governano le parti pubbliche e private e si collabora in programmi a lungo termine per un vantaggio reciproco. Di contro nell’Ue si si ha l’impressione che le aziende si trovino di fronte a scontri e confusione, anziché a uno spirito di collaborazione, dovendo fare i conti con costi relativamente elevati, complessità e burocrazia. Troppo spesso le regole prevalgono sulla realtà”.
E due esempi valgono su tutti: “l’European Green Deal Industrial Act e il Net-Zero Industry Act cercano di aumentare la competitività europea per un domani più sostenibile – evidenzia Garjio – soprattutto alla luce del nostro obiettivo comune di un’autonomia strategica aperta o di una cooperazione globale continua e senza rischi. Tuttavia, nessuna delle due leggi affronta la frammentazione del mercato unico. Non riescono a sfruttare il modo in cui le imprese e le tecnologie interagiscono sempre più tra i mercati e mancano della chiarezza e dell’audacia di altre sfere d’influenza in crescita”.
Ecco perché l’Ue ha urgente bisogno di semplificare il suo quadro normativo, ridurre gli oneri amministrativi e rimuovere gli ostacoli agli investimenti a tutti i livelli. “Tuttavia, questo avverrà solo con un chiaro impegno a eliminare l’eccesso di regolamentazione – prosegue Garjio -. L’invito è ad armonizzare le norme, ridurre i costi, rafforzare le infrastrutture e introdurre politiche industriali più olistiche per una crescita a lungo termine. Per fare questo ci sono tre ragioni per cui continuo a credere nell’Europa e nel brillante futuro che possiamo costruire insieme: la diversità scientifica, la collaborazione e i valori, da intendersi come capacità di offrire alle imprese locali e globali un campo di gioco uguale per tutti”.
L’Ert stima che circa 700 miliardi di euro di crescita potrebbero essere generati in tutta l’UE con miglioramenti dell’efficienza già identificati. “Parallelamente, i programmi di investimento e innovazione dovranno diventare più competitivi rispetto ai player internazionali in settori prioritari come i semiconduttori – spiega Belén Garijo- le tecnologie digitali e le biotecnologie. L’entità del bilancio di questi programmi destinati a stimolare la crescita e gli investimenti a lungo termine è importante. Ed è importante che diventino più semplici, più rapidi e più prevedibili”.
“Negli ultimi 355 anni, l’Europa e Merck hanno condiviso molti viaggi – osserva Garijo -. Come in ogni buona amicizia, mi piace pensare che siamo più forti l’uno grazie all’altro e ai valori che ci legano. E da spagnolo che vive in Germania e dirige un’organizzazione scientifica e tecnologica globale, con sedi in tutti gli Stati membri, sono un orgoglioso cittadino e difensore dell’Europa. Come ogni buon amico, Merck è impegnata verso L’Europa con un continuo investimento di milioni di euro per espandere la rete in tutta l’area geografica”.
Il brillante futuro dell’Europa risiede in tre capisaldi che lasciano ben sperare per il futuro dell’Unione. “Grazie alla ricca diversità scientifica, negli ultimi decenni – auspica il Ceo Merck – l’Europa ha creato una massa critica di competenze necessarie per la leadership tecnologica in settori fondamentali per la crescita come le tecnologie sanitarie, le biotecnologie e le tecnologie pulite: è questo il vantaggio competitivo dell’Europa. La seconda ragione risiede nella forza delle reti di innovazione europee all’interno e all’esterno dei confini di questa area geografica. Sebbene le politiche industriali abbiano ancora bisogno di più rispetto ed attenzione per adattarsi al mondo moderno, l’Europa ha una solida base che la aiuterà a cavalcare le future ondate di innovazione. Questo mi porta al terzo e forse più importante dei vantaggi principali dell’Europa: la sua capacità di offrire alle imprese locali e globali un campo di gioco uguale per tutti, in cui l’Europa possa essere una forza unificante che mostra come i partner locali e internazionali possano collaborare al meglio per generare vantaggio reciproco. Non vediamo l’ora di sederci attorno ai tavoli di Bruxelles per discutere di come i valori e le ambizioni europee possano essere allineati per il bene di tutti i cittadini”, conclude.