Polemica al vetriolo e docce fredde a margine delle decisioni di dietrofront di Trump dopo i faticosi lavori di coordinamento e di intese che i grandi del G7 hanno provato a mettere in piedi. L’Ue “sostiene pienamente il comunicato finale” del G7 e “prenderà tutte le azioni necessarie” per metterlo in atto: “pacta sunt servanda”, i patti devono essere rispettati.
Lo dice il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas dopo i tweet del presidente Usa Donald Trump.
La decisione di Donald Trump di mettere allangolo gli alleati storici degli Stati Uniti è una di quelle che potrebbero portare delle complesse e intricate conseguenze.
Senza preavvisi né precedenti, il presidente americano ha sconfessato il G7 e lo ha fatto a modo suo, con un paio di tweet lanciati dall’Air Force One che lo portava a Singapore. Tweet che rischiano di mandare all’aria 70 anni e più di relazioni con i Paesi amici, dal Canada all’Europa passando per il Giappone. L’ira di Emmanuel Macron e Angela Merkel (Berlino parla di “credibilità del G7 distrutta”) è eloquente e avvicina lo scenario di una guerra commerciale a tutto campo. Mentre l’attesa per la reazione sui mercati nelle prossime ore tiene tutti col fiato sospeso.
Il tycoon era già in volo e, dopo aver ascoltato il premier canadese Justin Trudeau che prometteva rappresaglie sui dazi, in uno scatto d’ira ha deciso di non appoggiare più il comunicato finale del summit appena firmato a Charlevoix, nel Quebec. Anzi, Trump ha alzato il tiro minacciando altre tariffe commerciali, stavolta quelle temutissime sull’import di automobili. Il compromesso messo a punto faticosamente dopo due giorni di negoziati ruvidi e tesi di colpo è divenuto carta straccia, appena pochi minuti dopo la sua pubblicazione. Uno schiaffo clamoroso, che nell’immediato getta nel caos il club delle sette potenze industrializzate. Con il G7 – azzarda qualcuno – che potrebbe essere la prima vera vittima del ’trumpismo’, il cui obiettivo sembra oramai chiaro: rottamare il vecchio ordine mondiale, ridisegnando a 360 gradi i rapporti con i partner di una vita e rivolgendo sempre più lo sguardo a Cina e Russia, forse avendo in mente – come sottolineano alcuni osservatori – un futuro ’G3’. Trudeau “ha pugnalato gli Stati Uniti alle spalle”, tuona il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, per il quale il premier canadese rischia di indebolire la posizione di Trump al vertice storico con Kim Jong-un.