(Adnkronos) –
Se la Russia richiama gli uomini di Roscosmos dalla base spaziale europea di Kourou e
l’Esa risponde sospendendo la missione su Marte ExoMars, nata in cooperazione con Mosca, “la scelta è comprensibile perché le tecnologie spaziali sono tecnologie sensibili”. A spiegarlo è il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Antonio Zoccoli, sottolineando in un’intervista all’Adnkronos gli “inevitabili risvolti della guerra in Ucraina nelle attività spaziali internazionali” in cui sono impegnati in esperimenti e missioni in orbita dagli americani agli europei dai russi ai cinesi. “Come Infn noi siamo allineati con la posizione spressa dall’Europa e dal Commissario Ue
alla ricerca riguardo la Russia ma certamente molte attività scientifiche saranno rallentate o potranno fermarsi” osserva il numero uno dell’Infn.
“Tutte le tecnologie spaziali sono classificate sensibili e mi sembra quindi una scelta inevitabile e comprensibile quella dell’Esa così come è facile capire che la Russia abbia reagito alle sanzioni fermando le cooperazioni sul fronte spaziale, inoltre Mosca sa di avere una posizione forte in campo: è una ricaduta della guerra, l’esplorazione spaziale e tutta la collaborazione in questo campo viene bloccata” sottolinea ancora Zoccoli.
“Certamente se c’è uno stop alle collaborazioni scientifiche spaziali con la Russia anche per l’Infn ci sono ricadute. Sebbene lo spazio non sia la nostra core activity, in orbita studiamo l’energia oscura dell’Universo e partecipiamo alla missione Euclid che doveva essere messa in orbita a brevissimo con lanciatore russo Soyuz” riferisce
Zoccoli. “Adesso -spiega ancora il presidente dell’Infn- manderemo la missione nello spazio con un Ariane europeo ma perderemo forse anche 3 anni di lavoro e di osservazioni scientifiche perché, probabilmente, dovremo riadattare il satellite al lanciatore europeo”. Dunque, osserva ancora Zoccoli, la guerra in Ucraina porta “ricadute economiche e sui tempi di lavoro anche nella scienza spaziale italiana: eravamo pronti a partirecon Euclid ma ora dovremo andare più lentamente”. (di Andreana d’Aquino)