Una telefonata molto ‘pratica’ quella intercorsa oggi tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ed il presidente cinese Xi Jinping. Un colloquio nel corso del quale, riporta l’agenzia di stampa ufficiale cinese ‘Xinhua’, il leader di Pechino ha tenuto e ribadire che, rispetto all’attuale crisi bellica in corso, l’unica via d’uscita praticabile passa solamente attraverso il dialogo ed i negoziati, perché nessuno da solo vince cn una guerra nucleare.
Quindi il numero uno di Pechino ha inoltre rassicurato l’omonimo di Kiev rimarcando che “La Cina è sempre dalla parte della pace“, e che la sua posizione resta quella di “promuovere la pace tramite i colloqui”. Dunque, come ha confermato anche la sua portavoce – Hua Chunying – a riprova della sua ferma intenzione di adoperarsi per il meglio, Xi Jinping ha annunciato l’intenzione di inviare il Rappresentante speciale del governo per l’Eurasia “In Ucraina e in altri Paesi per comunicazioni approfondite con tutte le parti su una soluzione politica della crisi in Ucraina”.
Insomma potremmo definire ‘fruttuosa’ la conversazione telefonica fra i due leader, tanto è che, poco dopo, su Twitter il presidente Zelensky ha commentato: “Ho avuto un colloquio telefonico lungo e significativo con il presidente cinese Xi Jinping. Credo che questa telefonata, così come la nomina dell’ambasciatore dell’Ucraina in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali“.
Ovviamente quanto accaduto è stato seguito anche da Mosca che, seppure da una parte continua a condannare Kiev ‘sempre pronta a condannare ogni iniziativa’, dall’altra ha espresso ottimismo per la mediazione e la disponibilità di Pechino, impegnata a lavorare concretamente per stabilire un processo negoziale sull’Ucraina. Come ha infatti commentato la ‘pur dura’ portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, “Notiamo la prontezza della parte cinese a compiere sforzi per stabilire il processo negoziale“. Una situazione che lascia intravedere, ha aggiunto intervistata in merito dalla Tass, “un’ampia consonanza dei nostri approcci di principio con le proposte del piano di pace cinese”.
Max