(Adnkronos) – “La nostra città sin dal primo giorno è un avamposto che difende non solo Kiev ma tutta l’Ucraina”. “Oggi l’Ucraina combatte per la propria sovranità e per la libertà sua e del mondo”. Ad un mese dall’inizio della guerra Nina Lemesch, vice governatore dell’Amministrazione regionale di Cernihiv, nonché campionessa europea di Biathlon nel 2006, racconta all’Adnkronos l’impegno e la distruzione subita dalla cittadina dell’Ucraina settentrionale, dove ieri i russi hanno bombardato e distrutto un ponte fondamentale per collegare Chernihiv alla Capitale, essenziale per fare arrivare gli aiuti umanitari e consentire l’evacazione dei civili.
“Abbiamo un paese confinante inumano – commenta la vice governatrice – La città è completamente distrutta. Adesso senza ponte e senza collegamento con il resto della terra ferma. Alcuni hanno cercato di attraversare il fiume in barca, ma l’altra sponda può essere minata, come le strade minate. Non ci sono zone sicure. Da un mese la città è soggetta agli attacchi diretti dal cielo e dalla terra. Sferrati con razzi e missili vietati. La gente, soprattutto mamme e bambini, sono riusciti a fuggire: Un mese fa a Cernihiv vivevano 265mila persone, ora sono 120mila. Qui mancano le comunicazioni, il gas arriva in pochissima parte della città, mancano da una settimana l’acqua e la corrente. Purtroppo è impossibile ripristinare tutto, perché il livello di distruzione supera le nostre risorse fisiche. Siamo sull’orlo della catastrofe umanitaria.”.
Nina Lemesch racconta come si sopravvive a Chernihiv: “Prendiamo l’acqua con le pompe attivate dai generatori dalle falde acquifere. Ma non è filtrata. Quindi va almeno bollita prima dell’uso. La consegniamo ai cittadini con dei contenitori in quanto è impossibile provvedere alla fornitura centralizzata. Questo comporta delle grandi file di persone nei punti di distribuzione”.
File anche per ricaricare i telefonini o chiamare i propri cari: “le persone si riuniscono in gruppi in determinate zone della città in cui ci sono i generatori per caricare il cellulare e riuscire a trovare il campo e chiamare i loro cari. Non c’è più televisione e per la telefonia mobile un solo operatore”. La vice governatrice rimarca: “Il nemico non attacca gli obbiettivi militari ma distrugge l’infrastruttura civile. Ha bombardato un ospedale pediatrico, scuole, biblioteche, università, teatri, stadi, la base di addestramento dei nostri sportivi di sci. Almeno 10 condomini civili distrutti totalmente e tantissime case private…”
Quale è il bilancio delle vittime? “In città seppelliamo all’incirca 50 persone al giorno – risponde – A causa delle scarse comunicazioni non c’è coscienza di ciò che sta realmente accadendo a Cernihiv. Ma mi rendo conto che è difficile capire determinate cose quando non si è toccati di persona. C’è stato un giorno in cui un missile ha colpito un palazzo residenziale uccidendo 47 persone. Non c’è un momento di pace. Gli attacchi sono continui, i rumori sono continui. Quello che fa più paura è il rombo degli aerei. Perché non sai dove colpirà. Ma sai che colpirà fortemente”. Qual’è il suo appello? “Finché la Russia si sentirà in grado di poter dettare le condizioni al resto del mondo, da nessuna parte al mondo staremo al sicuro. Chiedo a tutti e a ciascuno di manifestare, protestare, chiedere al proprio governo di fermare la Russia. Perché se non la fermiamo la guerra, arriverà a casa vostra”, conclude.
(di Roberta Lanzara)