(Adnkronos) – “Avevo un’azienda di consulenza molto importante in Ucraina, la ‘Svitla Meta’ con sette uffici dislocati in tutto il Paese. Quando il mio ufficio è stato bombardato, tutto si è fermato. Non mi sono perso d’animo, come altri mi sono reinventato e ho creato un’organizzazione di volontariato che si occupa della ricostruzione della mia regione, Chernihiv”. A raccontare la sua storia all’Adnkronos è Dmytro Tkachenko, cofounder della società ucraina ‘Svitla Meta’ e ricco uomo d’affari, che dopo lo scoppio della guerra su vasta scala si è dovuto ripensare, e l’ha fatto nell’ottica di aiutare il suo Paese martoriato dalla guerra. “In questo momento mi trovo in Sicilia -rivela Tkachenko- La mia organizzazione, che ho voluto chiamare ‘Obiettivo di Luce’, si occupa della ricostruzione delle scuole e degli asili, dell’illuminazione, e di altri aspetti di fondamentale importanza per la regione”.
L’attività consiste, spiega l’imprenditore, soprattutto nel reperire fondi e sponsor. “Abbiamo già trovato partner che ci hanno dato in totale 10 milioni di dollari, e in questo momento mi trovo all’estero perché mi sto occupando dell’acquisto di un aereo per le Forze Armate dell’Ucraina”. L’uomo d’affari spiega meglio: “Il velivolo dovrà trasportare i soldati feriti che hanno perso degli arti e hanno bisogno di protesi, e si occuperà del trasporto dei soldati fuori dall’Ucraina per ricevere assistenza. Tutto questo avviene in accordo con le forze militari del Paese. Abbiamo molti donatori perché abbiamo guadagnato affidabilità. Il mio ruolo è di controllare tutto”. L’imprenditore spiega che “ci sono tante persone i cui affari sono stati distrutti, danneggiati, saccheggiati, e che in questo momento cercano di andare all’estero con tutti i mezzi e ricominciare da capo”. Sono molti i beni di prima necessità di cui il Paese ha bisogno. “Sono talmente tanti che cambiano in continuazione -dice l’uomo d’affari- dal carburante a basso costo, ai concimi per gli agricoltori”.
Tkachenko si rivolge poi agli imprenditori italiani per un appello: “Chiedo a tutti i colleghi imprenditori italiani di venirci incontro, di non pensare soltanto ai soldi. Chiedo di lavorare e magari guadagnare un po’ meno, ma aiutarci a risollevare il nostro business in Ucraina”. L’imprenditore spiega: “Non voglio generalizzare dicendo che gli imprenditori italiani debbano fare dei favori all’Ucraina, ma magari potrebbero differenziare le imprese che in questo momento stanno lavorando per il bene del Paese e aiutarle”. Un esempio? “In questo momento stiamo vendendo dei pallet di legno, ma gli italiani per qualche motivo non li vogliono acquistare, li abbiamo venduti ai polacchi che li hanno acquistati per aiutarci e sono stati molto disponibili -racconta- Chiedo di venirci incontro, qualsiasi Paese potrebbe trovarsi in una situazione complicata, e quando accade fa piacere che gli altri Paesi siano solidali e ti aiutino”.