(Adnkronos) – La stretta di mano fra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky “ha sorpreso l’Ucraina. Messa a confronto con quella tra Macron e Zelensky, ha mostrato un rapporto più rilassato tra il leader italiano e quello ucraino; si nota chiaramente una maggiore empatia di Zelensky verso Draghi rispetto a Macron”. E’ la considerazione all’Adnkronos di Eleonora Tafuro Ambrosetti, ricercatrice dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, che aggiunge: “La stretta di mano è un fatto significativo. Il nostro paese aveva la cattiva fama di essere un cavallo di Troia dell’influenza russa in Europa, come si disse in occasione della guerra in Georgia del 2008. Il riconoscimento di un supporto a Kiev da un paese come l’Italia, non storicamente anti-russo, è quindi stato un fatto molto importante che ha segnato la differenza, plasmando l’immagine del nostro paese in Ucraina”.
“Zelensky appare più disponibile verso Draghi nonostante nei negoziati ci sia sempre stata l’immagine del traino franco-tedesco – prosegue – Oggi per l’Italia è stato importante farsi vedere come parte di un gruppo ristretto di nazioni europee all’interno dell’Ue tanto più che in quanto paese fondatore, da sempre sostenitore dell’allargamento sostenibile, si sta inoltre manifestando ugualmente pronta ad appoggiare la richiesta di Kiev ad entrare nell’Unione europea”.
Secondo la studiosa, “i leader Ue incontrando Zelensky hanno fatto vedere il fulcro unito, sicuramente per enfatizzare il ruolo che l’Unione europea potrebbe effettivamente giocare in Ucraina non tanto come fornitore di armi, quanto nella ricostruzione del Paese; un ruolo più politico che guarda al sostegno della popolazione civile dopo il conflitto e alla prospettiva europea dell’Ucraina; ed anche più garantista sul processo di allargamento dato che anche Francia e Germania, che avevano posizioni originariamente scettiche, sembra infatti che abbiano espresso il loro sostegno alla fine”, conclude. (di Roberta Lanzara)