(Adnkronos) – “E’ la situazione peggiore mai vista dalla seconda guerra mondiale. Con questo ritmo in poco più di un mese, al massimo due, prevediamo che 12 milioni di persone in Ucraina avranno bisogno di assistenza umanitaria”. Olena Stoko, vice direttrice generale della Croce Rossa in Ucraina descrive all’Adnkronos lo sfollamento, la distruzione, la morte, vissuti dal popolo ucraino con l’occupazione russa e spiega: “abbiamo diversi tipi di crisi. Ad ovest i grandi movimenti di persone, milioni in fuga da est e nord nella speranza di trovare un posto sicuro. Poi c’è la crisi a est, sud e nord dell’Ucraina, dove assistiamo al disastro totale. Città come Kyiev, Herson, Mariupol, Suma, Cherniv, Kharkiv sono bombardate 24 ore su 24”. ,
“Dati non aggiornati parlano di almeno 3 milioni di ucraini emigrati ad ovest, ed altri 2milioni e mezzo in cerca di destinazione, hanno lasciato le loro case ma hanno solo trovato soluzioni temporanee. Nella maggioranza dei casi non hanno denaro, vestiti. Partono con una borsa ed un passaporto. Hanno bisogno di beni di prima necessità per poter sopravvivere”. Mentre ad est, nord, sud del Paese “ci sono città sotto il fuoco, in cui gli attacchi sono contro i civili in violazione di qualunque legge umanitaria – denuncia la vice direttrice della Croce Rossa Ucraina – Questa notte Kharkiv è stata bombardata 65 volte. Aree residenziali, supermarket, ospedali, scuole sono rase al suolo. La gente da Mariupol a Kyev vive nei rifugi sotterranei al freddo, con temperature che scendono anche a 10 gradi sotto zero, senza acqua, né cibo, né elettricità, né linea telefonica. E noi non abbiamo modo di accedere per aiutare queste persone ad evacuare, per sostenerle materialmente e psicologicamente”.
Dove riuscite a intervenire? “Nella parte occidentale e centrale dell’Ucraina, dove provvediamo alle necessità base: acqua, cibo, medicine, sostegno psicologico. Ma altrove siamo vincolati ai corridoi umanitari, organizzati grazie alla mediazione della Croce rossa internazionale – risponde – Tuttavia nonostante gli annunci, i corridoi non sono garantiti. Vengono istituiti ogni giorno 10-15 corridoi, ma regolarmente solo la metà di questi funziona. Non appena le persone iniziano ad accedervi, infatti viene aperto il fuoco ed abbiamo avuto numerosi casi di persone ferite. Il caso Mariupol è emblematico: il corridoio non ha mai funzionato”. Quante persone riuscite a fare evacuare? “E’ variabile: ieri 2.000 in tutto il Paese; il 9 marzo 50mila”.
Un lavoro indefesso, giorno e notte, senza tregua che “su 24 regioni impegna nel Paese 280 divisioni, 6.000 volontari e 500 persone addette alla distribuzione degli aiuti che ci arrivano dalle nostre consorelle. La Croce rossa italiana ad esempio – rimarca Stoko – oggi consegnerà 32 tonnellate di aiuti umanitari, è il suo secondo convoglio. La settimana scorsa abbiamo ricevuto complessivamente 400 tonnellate di aiuti che distribuiamo ovunque, a parte le aree sotto il fuoco nemico”. Quante persone sono abbandonate a loro stesse nei seminterrati delle città sotto attacco? “A Mariupol sono in 300mila. A Kharkiv un milione. Adulti e bambini senza nulla e di cui noi non sappiamo nulla, a parte le informazioni ufficiali perché non c’è modo di entrare o uscire, non ci sono comunicazioni. Sono città che potrebbero sparire, come già avvenuto altrove. Volnovakha non esiste più. Non ci sono più costruzioni, solo gente nascosta nei sotterranei”.
Il governo ucraino ha chiesto l’istituzione di un pool internazionale di osservatori dei corridoi umanitari. Aiuterebbe? “Non c’è garanzia che gli attacchi potrebbero essere minimizzati, ma certamente sarebbe un deterrente contro la violazione in atto dei diritti umani. Chiedo al mondo di aiutare l’Ucraina, di stare con noi, di consolidare gli sforzi diplomatici per cambiare la situazione. L’Ucraina, il suo popolo, anche noi volontari della Croce rossa siamo sotto attacco. Non si è mai visto nel nostro paese un simile sacrilegio dei diritti umani e delle convenzioni internazionali. Inimmaginabile ed incomprensibile il vedere oggi in Europa una cosa simile…”, conclude.
(di Roberta Lanzara)