Presiedendo a New York la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel corso del suo intervento, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov (nella foto), è tornato a commentare l’invasione in Ucraina, spiegando che si tratta di “una questione che non può esser vista in modo isolato rispetto agli sviluppi a livello geopolitico che hanno visto per anni la Nato minacciare la sicurezza della Russia nella regione”.
Dunque, dopo aver accusato l’occidente di “egemonia”, il ministro degli esteri russo ha poi aggiunto che, “come durante la Guerra Fredda, abbiamo raggiunto un limite pericoloso, forse più pericoloso“. Ora, ha tenuto a rimarcare, “Si tratta di capire come le relazioni internazionali continueranno a essere definite attraverso la creazione di un consenso solido sulla base di un equilibrio di interessi o attraverso progressi aggressivi e imprevedibili dell’egemonia di Washington“.
Riguardo invece gli Stati Uniti, ha precisato ancora Lavrov, questi ultimi “Hanno intrapreso un percorso di distruzione della globalizzazione, che per molti anni hanno salutato come bene supremo di tutta l’umanità“. Quindi, dopo aver ‘denunciato’ “L’ipocrisia dei paesi occidentali nell’applicare i loro standard in situazioni diverse nel mondo”, il capo della diplomazia del Cremlino ne ha avute anche per il Fondo monetario internazionale, reo “di essersi “trasformato in un organismo al lavoro, per raggiungere gli obiettivi degli Usa e dei loro alleati, compresi quelli di natura militare“.
Accuse precise e circostanziate quelle del ministro russo tuonate nel ‘Palazzo di vetro’, alle quali ha tenuto a replicare Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, il quale ha tenuto a ribadire come, l’invasione russa a danno dell’Ucraina “sta causando sofferenze enormi e devastazioni al Paese e al suo popolo, e sta alimentando lo shock economico globale provocato dalla pandemia di Covid. Le tensioni tra le grandi potenze sono ai massimi storici. Così come i rischi di conflitto, per disavventura o errore di calcolo“.
Max