(Adnkronos) –
Aerei finti disegnati sulla pista d’atterraggio e navi ridipinte in modo da sembrare più piccole. La Russia stanno ricorrendo anche a tecniche di camuffamento per difendere la flotta del mar Nero e le proprie basi aeree, in una prova di quanto gli ucraini si siano dimostrati capaci di colpire gli avversari.
A scoprire il trucco delle navi bicolori è stata Sky news Uk. Facendo un paragone fra diverse immagini satellitari, si evidenzia come cinque navi della flotta russa del mar Nero, compresa la nave ammiraglia “Makarov” siano state ridipinte fra il 26 maggio e il 4 luglio. Se prima avevano un unico colore, adesso poppa e prua sono blu scuro o nero e il centro è grigio azzurro, con una sfumatura più scura a disegnare una falsa prua. Da lontano i vascelli sembrano così molto più piccoli, nascondendo punti chiave come le piattaforme di atterraggio degli elicotteri.
La tecnica – usata anche per le navi Essen, Ivan Gobulets, Muromets e Grayvoron – risale alla prima guerra mondiale. Tuttavia non è detto che l’effetto ottico basti a ingannare i droni navali di Kiev, i quali sono spesso dotati di sistemi radar e infrarossi per i quali una mano di vernice non fa certo la differenza.
Secondo l’analista militare britannico Michael Clarke, nessuno, russi compresi, pensava che gli ucraini fossero capaci di minacciare la flotta del mar Nero. E così Mosca è tornata a “vecchi metodi”. Ma si tratta di una tattica a buon mercato, al massimo può concedere un po’ più di tempo ai russi per aprire il fuoco se i droni si fanno ingannare. “Non pensavo che la flotta del mar Nero potesse trovarsi sotto una simile pressione. All’inizio della guerra non ci aspettavamo che gli ucraini l’avrebbero resa vulnerabile”, commenta Clarke.
Al momento la flotta del mar Nero conta una trentina di navi. La Makarov può caricare sino a otto Kalibr, missili più volte usati per colpire obiettivi civili e militari ucraini. Ma gli ucraini, seppur dotati di mezzi navali ben minori, hanno saputo infliggere gravi perdite alla marina avversaria, a partire dall’affondamento della vecchia ammiraglia, la Moskva, nell’aprile 2022. A settembre sono stati messi a segno due colpi importanti a Sebastopoli, porto della Crimea dove è basata la flotta del mar Nero: prima una nave da sbarco e un sottomarino sono stati messi fuori uso in un attacco vicino al porto e pochi giorni dopo il quartier generale della flotta è stato distrutto con un attacco missilistico. Da allora i russi hanno spostato diverse navi della flotta nel più riparato mare di Azov. E ieri Natalia Humeniuk, portavoce delle forze di difesa ucraina del fronte meridionale, ha affermato che le navi russe non osano ormai avvicinarsi a più di 100 miglia nautiche (185 km) dalla costa ucraina.
Le tecniche pittoriche di camuffamento non si limitano solo alle navi. Immagini satellitari visionate da Sky evidenziano anche finti bombardieri strategici Tu-95 dipinti sull’asfalto delle piste d’atterraggio delle basi aeree russe di Engels e Yeysk, così come nella base di lancio di missili S-400 del distretto di Timiryazevsky, a soli 10 km di Mosca. Anche qui sembra esserci un tentativo di trarre in inganno gli ucraini, che sono già riusciti in passato a distruggere aerei militari in basi all’interno della Russia. La base di Engels è stata peraltro già attaccata con successo lo scorso dicembre, provocando la distruzione di due Tu-95. Immagini satellitari del 28 agosto in questa base, avevano già mostrato il tentativo russo di proteggere i propri aerei piazzando copertoni sulle ali.
“La guerra si avvicina a casa per la Russia” – nota Rapahel Cohen, analista militare di Rand – “Se spingi i russi a preoccuparsi della difesa delle loro basi, a far sì che dedichino tempo ad operazioni di mascheramento, allora li hai chiaramente sbalestrati”.