(Adnkronos) – L’attacco aereo contro il deposito di carburante a Belgorod, in Russia, che Mosca ha attribuito alle forze ucraine, non crea “condizioni favorevoli” ai negoziati tra i due Paesi. Lo ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, precisando che “ovviamente il presidente Vladimir Putin è stato informato”.
La città di Belgorod si trova appena a nord del confine con l’Ucraina. Otto serbatoi di petrolio sarebbero andati in fiamme dopo il raid aereo, riferisce la Tass, che cita una fonte del ministero per le Emergenze, secondo cui al lavoro per li spegnimento degli incendi sarebbero stati impegnati 170 uomini e 50 mezzi. Lo staff al deposito di carburante è stato intanto evacuato e non si registrano vittime, ha spiegato Rosneft, la società che gestisce la struttura.
Per quanto riguarda le forniture di gas russo, non si interromperanno se i pagamenti in rubli non avverranno oggi ha chiarito ancora il portavoce del Cremlino, nel giorno in cui è entrato in vigore il decreto del presidente Vladimir Putin, che impone ai “Paesi ostili” il pagamento in rubli delle forniture di gas. “Il pagamento per quelle consegne che sono in corso ora non dovrebbe essere effettuato oggi, dovrebbe essere effettuato alla fine della seconda metà del mese, aprile, o anche all’inizio di maggio”, ha spiegato Peskov.
La decisione di far pagare in rubli le forniture di gas ai ‘Paesi ostili’ potrebbe essere annullata in futuro a certe condizioni, ma al momento è “l’opzione più affidabile”. Peskov, rispondendo alla domanda se questa misura possa essere revocata, ha detto: “Certo, se ci sono altre condizioni, ma in quelle attuali i rubli sono l’opzione preferibile e affidabile per noi”.