(Adnkronos) – Dubbi sui massacri e sulle violenze sui civili in Ucraina perché “Putin ama la vita”. Il problema di Zelensky: “Un anti-democratico, che mi ha fatto la black-list, in pratica uno che non ragiona e si sente forte perché spalleggiato dagli americani”. E poi il rammarico perché non si coinvolge Silvio Berlusconi “che potrebbe convincere Putin” ma non lo chiamano perché se ci riuscisse sarebbero tutti di nuovo berlusconiani. Antonio Razzi, a lungo parlamentare, prima con Idv, poi berlusconiano, si aggira solo per il Transatlantico di Palazzo Madama, tra una telefonata e l’altra. Il più noto dei ‘responsabili’ ante litteram, che nel dicembre del 2010 fa salvò con il suo voto il governo del Cavaliere, non si sottrae a chi gli chiede della crisi tra Russia e Ucraina, in una intervista con l’AdnKronos. Lui la soluzione del conflitto in Ucraina la vede così: “Se glielo chiedono Mattarella, Draghi o il Parlamento europeo, Berlusconi ci potrebbe riuscire a fermare la guerra, visti i rapporti con Putin, chi meglio di lui? Ma non lo fanno, perché se ci riuscisse tutti direbbero ‘Berlusconi, Berlusconi’ e – si sa – gli italiani sono un popolo di invidiosi e gelosi, purtroppo, lo vedo anche su di me…”.
Razzi nel frattempo ci ha provato in prima persona, incurante dei rischi (e dei suoi 74 anni) ad andare al fonte, a fine marzo, ma ha dovuto fare dietro-front, dopo essere arrivato al confine tra Romania e Ucraina. “Io – racconta – c’ho la black list, quelli controllano sul passaporto biometrico, e vedono subito che ho la black list, mi potevano arrestare…”. “Una cosa assurda, non capisco come si è permesso quello, Zelensky, a darmi a me la black list, io ero andato in Donbass, a Donetsk, per controllare i voti, in missione”, dice con riferimento al daspo emesso da Kiev nei confronti dei parlamentari italiani che sono stati nei territori contesi, tra Donbass e Crimea negli anni scorsi.
Razzi non nasconde le sue preoccupazioni per lo stallo: “Zelensky non è un democratico, è uno che non ragiona, uno che si sente forte perché ha la protezione dell’America, ha il figlio di Biden lì – spiega – e la Russia non si ritira, perché altrimenti farebbe una figura di m…”. L’ex emigrante in Svizzera, dove arrivo nel ’65, negli scorsi anni più volte è stato in Corea del nord, gli esteri sono sempre stato un suo pallino: “Ci sono andato pure nel 2014 con Salvini in Corea del nord, lui mi pare un pacioccone – dice di Kim Jong-un – certo non posso mettere la mano sul fuoco per suo padre e suo nonno…”.Dubbi anche sui massacri che hanno coinvolto i civili ucraini: “Dicono che ci siano stati, dicono, ma io quando sono andato, nelle scorse settimane, ho saputo di persone che sono entrate per 150 chilometri dentro l’Ucraina e non hanno visto nessuno, né vittime, né soldati, né carri armati”.
Non crede che Putin sia un criminale: “Perché Putin ama l’Italia, ama la vita, non credo a tutto quello che hanno detto su di lui, ci ha pure mandato aiuti per il covid, medici russi e altre cose”, assicura. “Fanno propaganda – spiega – come dicevano di Kim Jong-un, che lo accusavano di aver fatto sbranare lo zio da 120 cani o un altro generale messo dentro un cannone. Tutte cazz… quando io andavo da loro, a Pyongyang, li incontravo tutti vivi, parlando con loro dicevo ‘lo sai che hanno detto che ti avevano ammazzato’ e tutti a ridere…”. Infine Razzi torna alle immagini da Bucha: “Posso pensare che alcune cose, alcune scene, vengono create a arte, quindi sarebbe meglio che ci andasse una missione internazionale a verificare, a noi italiani ci adorano tutti, potremmo fare una nostra missione diplomatica, meglio verificare prima di condannare, magari è pure vero, ma io sono come San Tommaso, ‘non credo se non vedo'”.