Dopo aver giustamente accusato l’Occidente di aver ‘continuamente pompato armi all’Ucraina”, confrontandosi con i ‘comunicatori sul campo’ (i corrispondenti di guerra russi, ed i blogger militari), il presidente Vladimir Putin ha confermato l’aumento da parte del Cremlino della produzione di armi “fondamentali”, di 2,7 volte nell’ultimo anno.
Tuttavia, pur rimarcando che la qualità delle armi prodotte da Mosca va via via migliorando, il leader russo ha dovuto ammettere che in questa fase del conflitto contro l’Ucraina, l’esercito russo attualmente sta soffrendo la mancanza di munizioni e droni di alta precisione.
Malgrado tutto ciò, ha poi tenuto a ribadire lo Zar, rispetto a quelle russe, le perdite fra le truppe ucraine sono state 10 volte superiori. Nello specifico Putin ha illustrato che Kiev avrebbe perso oltre 160 dei suoi carri armati, contro i 54 persi dalla Russia. Riguardo poi ai veicoli che i paesi occidentali hanno inviato in Ucraina, circa il 25-30% è stato distrutto dall’esercito russo.
Certo, ha poi aggiunto il leader russo, “Avremmo potuto prepararci meglio per gli attacchi all’interno della Russia” dunque, ha poi aggiunto, ora ”dobbiamo rafforzare il nostro confine, perché rimane la possibilità di bombardamenti dall’Ucraina“.
Inoltre lo Zar ha assicurato i suoi interlocutori che presto ”verrà risolto il problema di Belgorod. Se gli attacchi continuano, prenderemo in considerazione la creazione di una zona franca all’interno dell’Ucraina a una distanza tale che sia impossibile raggiungere il nostro territorio con i droni”.
Infine, allo stato dei fatti, commentando ancora una volta ”l’operazione militare speciale” – iniziata il 24 febbraio dello scorso anno – Putin ha tenuto a rimarcare che ”il suo obiettivo non cambia in termini generali. In quest’ottica stiamo gradualmente smilitarizzando l’Ucraina, e dovremo istituire la difesa aerea” ma, in ogni caso, ha concluso, “il compito sarà adempiuto“.
Max