(Adnkronos) – “La città è svuotata, tutti i negozi sono chiusi, le farmacie aprono solo poche ore al giorno. Ieri sono andato a cercare del materiale di pronto soccorso ma non ho trovato niente, i bancomat funzionano ma si possono ritirare somme minime. La gente che è potuta scappare l’ha già fatto, e chi è rimasto è perché o non ha benzina nel serbatoio dell’auto oppure non sa dove andare”. Così Andrea Nicastro, inviato del Corriere della Sera, fotografa all’Adnkronos la situazione a Mariupol
, città a sud est dell’Ucraina, sulle sponde del Mar D’Azov, dove l’esperto cronista di guerra si trova da circa una settimana. “Le persone non sanno dove muoversi -spiega Nicastro- perché a nord c’è previsione di battaglia, a ovest verso Romania e Polonia bisogna attraversare le colonne russe, a est non possono andare perché c’è la Russia. Sono in una trappola, impossibilitati a poter fare lunghi viaggi evitando le zone di scontro”.
La gente “fa scorte, prepara le provviste, allestisce di nuovo le cantine per prepararsi ai bombardamenti”, racconta il cronista, che fotografa alcune scene eloquenti: “Ci sono delle persone che sono state ferite lungo la linea di contatto, e che adesso sono costrette a vivere in una singola stanza. Questo perché la casa è stata bombardata. I bombardamenti sono forti, la gente fa fatica a dormire la notte”. “Dal punto di vista militare, spiega Nicastro, che ha trascorso tre anni in Afghanistan, due in Iraq, e ha raccontato le guerre in Libano, Cecenia, Kosovo, Georgia- la pressione è chiaramente aumentata, ma sinora le forze ucraine sono riuscite a resistere”.
“C’è stata una piccola avanzata e hanno preso qualche villaggio ma non c’è stato lo sfondamento che qualcuno si aspettava. Sono riusciti a resistere, forse perché su questa linea di contatto ci sono le forze ucraine più temprate da questi anni di guerra”, spiega. “I russi allora “hanno adottato un’altra tattica: invece di affrontare questo sbarramento, stanno cercando di prenderlo alle spalle. Sono sbarcati dall’isola di Crimea sul territorio continentale e hanno cominciato ad avanzare verso est, verso nord e verso ovest”.
Nicastro, che è autore di diversi libri tra cui ‘Nassirya – bugie tra pace e guerra’ e l’ultimo ‘Gli Altri siamo noi: Perché tradire la democrazia scatena il Jihad’, osserva: “Noi pubblico occidentale siamo stati abituati alle guerre in stile ‘occidentale’. Il modo russo può essere diverso, Putin può agire in modo diverso perché a lui interessa molto l’esibizione della forza”. Nello specifico, “gli americani hanno come filosofia dichiarata quella di conquistare i cuori e le menti del popolo, si presentano sempre come i buoni. Magari poi non lo fanno ma la loro narrazione, la loro tattica militare segue questa immagine che hanno di loro stessi. In questa guerra invece, c’è la possibilità di capire che Putin segue una logica diversa, che è quella dell’esibizione della forza: lui non vuole essere amato, vuole essere temuto. E quindi può fare cose crudeli, agli nostri occhi non razionali, ma per questa logica di forza potrebbe farlo. Io spero di no”.
E sul possibile scenario che si apre adesso, la domanda del cronista del Corriere è questa: “Il punto è: qui a Mariupol come in molte altre città, cosa deciderà lo Stato maggiore russo? Vorrà entrare nelle città, e affrontare ancora una guerriglia urbana, oppure fermarsi all’esterno delle città, e cercare di fiaccare la resistenza fino a che il governo centrale di Kiev deciderà di arrendersi? Questo è il bivio in cui dal punto di vista tattico si trovano le forze ucraine e russe”.