(Adnkronos) –
I carri armati delle forze di invasione russe sono entrati a Kharkiv, la seconda città ucraina per dimensioni. Lo riporta la Bbc, citando le notizie che giungono dal terreno e fonti della sicurezza ucraina.
Nella regione, una delle più vicine al confine russo, un colpo di mortaio o un missile lanciato da postazioni russe hanno ucciso un ragazzo che procedeva in bici nella cittadina ucraina di Chuhuiv. Lo riportano fonti giornalistiche di Kiev, mentre diversi filmati sui social riportano le immagini di una persona in bici e di una forte esplosione che devasta la strada. Altri video riportano la scena di una bici e di un cadavere sull’asfalto, coperto da un telo.
LA TESTIMONIANZA – ”Siamo stati svegliati questa mattina verso le 5 dal rumore di scoppi distanti, che poi ho saputo essere il lancio di razzi da parte dei russi che sono entrati nel confine ucraino e hanno iniziato a colpire bersagli secondo loro importanti. Poi abbiamo udito uno scoppio distinto e più forte degli atri, forse esploso un deposito di carburante o di munizioni”, racconta ad Adnkronos l’interprete romano Marco Cirulli, che da 15 anni vive a Kharkiv, in Ucraina, a 30 chilometri dal confine russo. ”Mi hanno segnalato la presenza di colonnelle di carri armati poco fuori Kharkiv, dove c’è una diga di acqua potabile”, aggiunge, parlando di ”macchine in città che vanno e vengono cercando una via di fuga che non c’è”.
”In città è tutto chiuso e i pochi negozi rimasti aperti hanno lunghe file di persone che cercano di acquistare i beni all’ultimo minuto o di fare rifornimento di benzina. Io e mia moglie per fortuna abbiamo fatto scorta, qualche giorno possiamo resistere”, spiega, affermando che ”l’ambasciata italiana ci ha detto di restare in casa, di non uscire, e così facciamo”.
Chi invece dovrebbe scendere in piazza, secondo Cirulli, sono ”gli italiani, le persone in Europa. Che dovrebbero mobilitarsi, mostrare solidarietà agli ucraini e fare pressione sui loro governanti. Perché non possono essere ammorbidite le sanzioni contro la Russia. Quella in atto è una aggressione armata per il puro piacere di conquistare territori e contro un Paese che non aveva alcuna intenzione di aggredire”.