(Adnkronos) – “I russi conoscono molto di più di noi rispetto a ciò che noi conosciamo di loro. Vedono i canali europei, sono molto più informati, questo per loro è un grandissimo vantaggio, ed è per noi un grandissimo problema. Noi scontiamo un gravissimo deficit, culturale, storico, linguistico, nei loro confronti, così come lo scontiamo nei confronti dei cinesi. Pertanto, quand’anche fossero considerati dei nemici, vanno conosciuti, proprio perché se lo sono non puoi ignorarli”. Così in una conversazione con l’AdnKronos Marc Innaro, capo dell’ufficio di corrispondenza della Rai a Mosca, che analizza il conflitto tra Russia e Ucraina facendo alcune considerazioni sull’importanza dell’informazione nell’ambito del conflitto fra Russia e Ucraina.
In Occidente “sono stati chiusi una serie di canali russi, Russia Today, Sputnik, Russia 24, quindi se tu vuoi vedere quello che quantomeno vogliono farti vedere, non puoi più vederlo -dice Innaro- Qui invece vedi tutto quello che vuoi, i canali europei vengono visti, chiaramente nella lingua dei paesi che le mandano in onda”. La domanda che si pone il corrispondente italiano, è: “Se siamo tanto superiori, perché chiudiamo i canali russi? Se siamo così certi della nostra superiorità e democrazia, che problema c’è? Dovremmo essere immuni, dovremmo avere gli anticorpi”, dice Innaro.
Che analizza l’importanza del ruolo dei giornalisti in un conflitto caratterizzato dalla massiccia presenza di fake news: “Abbiamo un ruolo ancora più importante, perché dobbiamo reagire, con la nostra competenza a capire, interpretare, fare filtro, il pubblico ha difficoltà gigantesche ad orientarsi, e va a leggersi solo quello che coadiuva le sue idee”. Il problema, la grande sfida del servizio pubblico e di chi ci lavora, ce non solo italiana, è la responsabilità gigantesca che hanno i giornalisti, il cui ruolo assume ancora più importanza in un mondo in cui l’informazione è sempre più orizzontale. La nostra funzione è quella di controllare, mediare, perché siamo in grado di capire e avendo le conoscenze linguistiche, storiche, culturali, del posto in cui viviamo”.