Già lo scorso 22 febbraio si era premunito, attraverso una corposa documentazione, di richiedere con urgenza l’invio di munizioni che, come da accordi, sarebbero poi dovute arrivare già il giorno dopo a Bakhmut. Questo per spiegare il ‘grado di rabbia’ con il quale stamane Evgheny Prigozhin ha deciso di denunciare a gran voce l’inascoltata richiesta, e quindi il mancato arrivo di munizioni per i mercenari della Wagner, da oltre un mese asserragliati nell’area di Bakhmut. Tanto è che, in un post al vetriolo, rivolgendosi direttamente al ministero della Difesa russo, Prigozhin pensa a due sole possibili motivazioni: “ordinaria burocrazia o tradimento“.
Gli uomini della Wagner: “Senza munizioni non possiamo avanzare, e cosa accadrà se le autorità russe ci vogliono mettere in mezzo, accusandoci di codardia?”
In realtà il comandante della Wagner ha il sospetto che il Cremlino possa usare i suoi uomini quale caprio espiatorio, per motivare parte della fallimentare campagna bellica in Ucraina. Ad alimentare i sospetti di Prigozhin, quanto scritto dal capo di stato maggiore Valery Gerasimov il quale, nel ribadire l’urgente bisogno di munizioni aveva anche scritto: “Se facciamo un passo indietro saremo ricordati dalla storia come coloro che hanno fatto di più per perdere la guerra. E questo è precisamente il problema con la fame di munizioni. Non è la mia opinione, ma quella dei combattenti. Cosa accadrà se le autorità russe ci vogliono mettere in mezzo, accusandoci di codardia?“.
Max