(Adnkronos) – La distruzione del palazzo dell’amministrazione regionale della città di Mykolaiv, a poco più di 100 chilometri a est di Odessa, sventrato da un missile russo nella sua parte centrale evidenzia “l’impellente necessità di organizzare il lavoro dei giudici e del personale amministrativo statale in remoto. In quel palazzo al momento del bombardamento erano presenti dipendenti del Tribunale”, racconta all’Adnkronos Iryna Kobets, advisor del gruppo legale Lcf e membro dell’Ukrainian bar association che rivela: “Se durante la pandemia è stato implementato un sistema di udienze in remoto per avvocati e assistiti, altrettanto non è stato fatto per il personale amministrativo, giudici compresi. Con la legge marziale sono emersi moltissimi problemi pratici legati al funzionamento della giustizia”.
“La legge marziale in vigore stabilisce che la giustizia deve ovviamente continuare a funzionare in sicurezza. La Corte suprema ha statuito che tutte le udienze vanno condotte in presenza delle parti ed ha ammesso la video-presenza. Tuttavia il meccanismo che consente ai giudici di lavorare da remoto non è stato istituito. Questo è il nodo principale da sciogliere sebbene sul tema siano già fortemente impegnati il Consiglio dei giudici dell’Ucraina e le amministrazioni giudiziarie statali – commenta – La legge marziale per garantire la sicurezza ha infatti sospeso tutte le attività dei tribunali che si trovano in zone di guerra, il 20% del totale, ed ha trasferito le cause pendenti. I procedimenti trattati sono per lo più casi urgenti che richiedono la detenzione come misura precauzionale. Diversa la situazione nei tribunali nella parte occidentale del paese la cui attività è più o meno invariata rispetto a prima della guerra”.
Qual è l’impegno dell’Uba rispetto alla legge marziale? “Abbiamo presentato una proposta di legge al Gabinetto dei ministri dell’Ucraina per implementare normativamente nuovi meccanismi attraverso cui far funzionare il processo durante la legge marziale: adozione di una sentenza solo con la partecipazione di tutte le parti; rinnovo dei termini entro cui potrebbero essere presentati gli atti”. La legale precisa: “I problemi pratici in questo momento sono numerosissimi e non previsti dagli orientamenti generali. Mi spiego: I meccanismi ci sono ma è complesso implementarli su così larga scala. Dalla garanzia della sicurezza del personale o il lavoro da remoto dei giudici, alla loro mobilità da zone di guerra ad altre aree del paese, bisogna adattare il sistema giudiziario alle nuove circostanze”. Un’iniziativa inusuale? “L’iniziativa della Corte di Cassazione di aprire un canale Telegram per consentire agli utenti di accedere riservatamente ai loro pubblici registri”, conclude.
(di Roberta Lanzara)