Ucraina, Lavrov: “Russofobia grottesca”

(Adnkronos) – ”In Occidente c’è una russofobia grottesca”. Quello che gli occidentali vogliono fare ”non è sconfiggerci. Vogliono toglierci dalle cartine, cancellarci dalle mappe”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu a New York. ”Ricordiamoci che le Nazioni Unite non sono state create per portarci in paradiso, ma per salvarci dall’inferno” dice, citando l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Dag Hammarskjöld. 

”E’ stato Zelensky il primo parlare di nucleare lo scorso gennaio e non noi” ha detto il ministro degli Esteri russo. Una conferenza stampa dove ha indicato che il presidente ucraino Volodomyr Zelensky ”a gennaio ha detto che è stato un errore per l’Ucraina abbandonare le armi nucleari”. E ”dopo di lui, che è stato il primo a sollevare la questione, ha parlato di nucleare il ministro (degli Esteri, ndr.) francese Le Drian”, ha proseguito Lavrov affermando che ”noi abbiamo un protocollo per la sicurezza nucleare che è aperto a tutti e che invito a leggere”. 

Il ministro degli Esteri russo ha poi affermato che ”nel 2014 i colleghi occidentali ci dissero che non potevamo accettare l’annessione della Crimea. Allora ricordammo loro il colpo di stato durante il quale ci furono migliaia di morti e dove volevano cancellare la lingua russa. Allora ci fu un referendum in Crimea dove la stragrande maggioranza dei cittadini decise di riunirsi con la Russia. Lo stesso accade oggi”.  

 

In merito a Taiwan ”gli Stati Uniti stanno giocando con il fuoco” dice Lavrov che avanza, poi, una richiesta. India e Brasile, chiede, siano candidati a essere membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La loro presenza nell’Onu è ”un segno di democrazia”, ha aggiunto Lavrov. 

“Cerchiamo di rendere più democratico il Consiglio di sicurezza ampliando la rappresentanza dei paesi dell’Asia e dell’Africa. Sosteniamo la candidatura di India e Brasile per un seggio permanente”, ha affermato Lavrov sostenendo che “i colleghi occidentali sono molto aggressivi nell’imporre la loro visione della democrazia come modo di organizzare la vita di tutti i Paesi”.